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Giovedì, 28 Marzo 2024
Processo Eternit

Eternit, stop al processo: "Imputato già giudicato per lo stesso reato"

Il gup ha sollevato una questione di costituzionalità sull'imprenditore Stephan Schmidheiny, che verrebbe sottoposto a giudizio due volte per lo stesso reato. Intanto la procura si prepara a contestare altri 94 casi di morte da amianto oltre ai 258 trattati finora

Tutto andrà alla Corte costituzionale. La questione Eternit e i vari processi che la riguardano sembrano voler mettere continuamente alla prova la determinazione di associazioni e parenti delle vittime. Dopo l'annullamento del risarcimento, la prescrizione del reato di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza, adesso l'ennesima beffa, prova di resistenza per chi ha perso la famiglia a causa della fibbra killer: il gup, Federica Bompieri, ha sollevato una questione di costituzionalità e quindi il processo, dunque, verrà interrotto in attesa di una pronuncia della Consulta. 

La ragione? La questione sollevata dal giudice riguarda il "ne bis in idem", principio in base al quale non si può essere processati due volte per lo stesso fatto. L'imputato, lo svizzero Stephan Schmidheiny, era stato prosciolto per prescrizione da una precedente accusa di disastro ambientale doloso. Qui risponde a titolo di omicidio volontario della morte, provocata da malattie da amianto, di 258 persone. 

I familiari delle vittime dell'Eternit davanti la Cassazione | Foto Selene Cilluffo

LE REAZIONI AMAREGGIATE - "Tutto questo fa male" dice fuori dalla maxiaula del Palagiustizia di Torino Romana Blasotti, ex-presidente dell’Associazione familiari e vittime amianto (Afeva). Lei ha 86 anni e per colpa di quella fibbra ha perso ben cinque parenti, tutti di Casale Monferrato. "Semplicemente è una sconfitta" dice dura e non lo è solo per lei ma anche tutte le persone che hanno perso qualcuno sul lavoro o che semplicemente viveva in un paese dove la fibra nociva vola nell'aria e penetra dappertutto.

Bruno Pesce, oggi segretario dell’Afeva è affranto, ma pronto a lottare ancora: "Soffriremo ancora, certo, ma siamo abituati. Per noi e per i cittadini di buon senso è incomprensibile il fatto che si possa escludere la possibilità di un processo per omicidio perché ce n’è già stato uno per disastro. A meno che l’omicidio non sia più un reato. Voglio proprio vedere se c'è una franchigia in Italia sull'omicidio. Questo processo non può essere impedito, se non sarebbe un colpo di Stato incredibile".

"Anche per oggi la buffonata è finita" così invece commenta una delle parti civili, un cittadino di Casale Monferrato che ha perduto la moglie: "E' morta nel 2000 a 43 anni senza avere mai lavorato in fabbrica. Adesso ci vorranno anni soltanto perché possa riprendere l'udienza preliminare. La legge è uguale per tutti, sì, ma per tutti i poveri. Per i signori è diverso".

NUOVI MORTI - A margine dell'udienza preliminare, intanto, si è appreso che la procura di Torino contesterà nel processo Eternit altri 94 casi di morte da amianto. I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace si stanno preparando a contestare i nuovi casi, che si aggiungono ai 258 trattati finora, in modo da formalizzare l'accusa nell'ipotesi in cui la Corte Costituzionale decida che il processo possa riprendere.

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