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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Brescia

Strage di Piazza della Loggia, Tramonte estradato in Italia

Il 28 maggio 1974 a Brescia un ordigno nascosto in un cestino portarifiuti venne fatto esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista, morirono 8 persone ed altre 100 rimasero ferite

Estradato in Italia Maurizio Tramonte, condannato all’ergastolo per la strage di piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974: un ordigno nascosto in un cestino portarifiuti venne fatto esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista, morirono 8 persone ed altre 100 rimasero ferite.

Tramonte era rinchiuso in carcere in Portogallo. Tramonte, dopo diverse vicende giudiziarie, erano stato condannato al carcere a vita dalla Corte di Assise di Appello di Milano, con sentenza del 22 luglio 2015, sentenza contro la quale le difese avevano fatto ricorso in Cassazione.

In particolare, dalle indagini condotte dal Ros dei Carabinieri coordinati dalla Procura di Brescia era emerso "il ruolo organizzativo e di direzione dell’attentato di Carlo Maria Maggi, mentre Tramonte, oltre ad aver partecipato alle riunioni organizzative, aveva offerto anche la propria disponibilità a collocare personalmente l’ordigno". 

Il 20 giugno 2017 la Suprema Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso di entrambi, motivo per il quale il nucleo operativo dei carabinieri Ros era stato incaricato di procedere all’arresto: ma mentre Maggi veniva arrestato a Venezia dove ancora risiede in regime di sospensione della pena per le precarie condizioni di salute, Tramonte era già fuggito in Portogallo.

Dalle indagini del Ros è emerso come Tramonte si fosse recato in auto in Francia già nei giorni precedenti la pronuncia della Cassazione. Successivamente, sempre in auto, aveva risalito Francia e Spagna prima di arrivare in Portogallo, dove, al momento dell’arresto effettuato nel Giugno scorso dalla Policia Judiciaria portoghese, stava visitando il Santuario della Madonna di Fatima.

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Strage di piazza Loggia: ergastolo per Maggi e Tramonte

L'ex ispettore veneto di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e l'ex fonte dei servizi segreti Maurizio Tramonte erano stati assolti nel primo processo d'Appello con una sentenza annullata dalla Cassazione, che aveva poi disposto un nuovo processo di secondo grado. In particolare, i giudici in ermellino di Piazza Cavour aveva definito "ingiustificabili e superficiali" i motivi dell'assoluzione soffermandosi sulla "gravità indiziaria" delle dichiarazioni del "pentito nero" Carlo Digilio.

I NEOFASCISTI - Tramonte, per i giudici di Cassazione, era un soggetto troppo "intraneo" alla destra eversiva per essere un semplice informatore, che peraltro "non raccontava cio' che sapeva o aveva fatto". Maggi fu "propugnatore" della strategia delle tensione e dalla sentenza milanese esce inevitabilmente confermato il racconto di Carlo Digilio, l'armiere di Ordine Nuovo che aveva raccontato i retroscena del periodo stragista. 

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