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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Strage di Erba, "qualcosa si muove": Rosa e Olindo sperano

La mattanza risale a 17 anni fa. I coniugi Bazzi-Romano scontano l'ergastolo. Per ora, "non si può parlare di revisione, ma è inutile negare che qualcosa si muove", dice una fonte. Le prove finora sono sempre state considerate non solide, di più: granitiche. Cosa è cambiato?

C'è una svolta di qualche tipo dietro l'angolo? Presto per dirlo, ma qualcosa si muove. La procura generale di Milano è al lavoro sulla strage di Erba dopo che la difesa dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Raffaella Castagna, del figlio di solo 2 anni Youssef Marzouk, della nonna del piccolo Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, hanno più volte tentato di riaprire il processo sui fatti dell'11 dicembre 2006.

La revisione, più volte annunciata dal difensore Fabio Schembri, si fonderebbe - secondo indiscrezioni, ma i dettagli latitano - su nuovi testimoni ma anche su intercettazioni ambientali mai prese finora in considerazione. Elementi su cui la procura generale, il caso è affidato a Cuno Tarfusser, ha fatto le sue considerazioni contenute in una relazione su cui dovrà esprimersi l'avvocato dello Stato insieme alla procuratrice generale. "Non si può parlare di revisione, ma è inutile negare che qualcosa si muove" fa sapere una fonte all'Adnkronos.

I coniugi Romano - al centro anche di una recente inchiesta del programma televisivo Le Iene - stanno scontando la condanna all'ergastolo a Opera e dalla sentenza definitiva del 20 aprile 2010 non hanno più messo piede fuori dal carcere. Le prove a carico dei coniugi finora sono sempre state considerate non solide, di più: granitiche. Ci sono la confessione firmata da entrambi, il video dove Olindo confessa tutto lasciandosi andare a commenti inequivocabili sulle sue responsabilità negli omicidi, la traccia di sangue di Valeria Cherubini mista a sangue maschile nell'auto di proprietà della famiglia Romano-Bazzi, la testimonianza di un sopravvissuto alla mattanza, Mario Frigerio, che vide in faccia il netturbino mentre ammazzava i suoi parenti. Il clamore mediatico anche stavolta, in ogni caso, non mancherà.

Il programma di Italia 1, in una puntata dal titolo forte, "Scommettiamo che Rosa e Olindo sono innocenti?", mette in dubbio tre "pilastri" accusatori: il riconoscimento dell'unico testimone oculare, il ritrovamento di una macchia di sangue e le due prime confessioni.  Per Le Iene ci sono troppi errori nelle confessioni - poi ritrattate - di entrambi, così come nelle indagini, e anche Frigerio sarebbe stato imboccato nell'interrogatorio: il nome di Olindo lo ha fatto solo in un secondo momento, dopo averlo sentito dal carabiniere. Tutte ipotesi, però, che nei vari processi non sono mai state avallate. Le versioni di Rosa Bazzi e Olindo Romano secondo Le Iene coincidono: si sono presi la colpa perché incalzati dagli inquirenti, convinti che ormai sarebbero stati condannati e sperando così di ottenere agevolazioni, in primis quella di restare insieme. Una versione parsa sempre fragilissima.

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