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Venerdì, 29 Marzo 2024
Dopo Plymouth / Regno Unito

Armi legali, servono maggiori controlli sulle licenze: "Serve una strage per farlo capire?"

L'assassino che a Plymouth ha ucciso 5 persone era un legale detentore di armi. "Nel Regno Unito è difficile ottenere una licenza per armi - commenta Giorgio Beretta - in Italia si può detenere un fucile come quello con una semplice licenza di tiro sportivo"

Si torna a parlare di licenze per detenere armi legali date in maniera forse troppo "leggera". Non solo in Italia. Jake Davison, il 22enne che giovedì scorso a Plymouth (Regno Unito) ha ucciso cinque persone a colpi di pistola e poi si è suicidato, era in possesso di un regolare porto d'armi. Come riportato dalla Bbc, lo ha rivelato il commissario capo della polizia del Devon e Cornovaglia, Shaun Sawyer, spiegando che la sparatoria è durata in tutto circa sei minuti. Gli inquirenti voglioni vederci chiaro: secondo i quotidiani odierni la licenza era stata revocata a Davison lo scorso dicembre a seguito di una lite con due giovani, ma gli era poi stata riconcessa dopo aver frequentato un corso previsto dalle normative locali sul possesso d'armi.

La strage di Plymouth

Maxime Davison, 51 anni, madre di Jake, è stata la prima a cadere sotto il fuoco del giovane, che l'ha sorpresa in casa. Mentre gli altri morti sono Lee Martyn, di 43 anni, sua figlia Sophie, di 3, Stephen Washington, di 59 e Kate Shepherd di 66. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia, Davison ha prima ucciso la madre e poi è sceso in strada dove ha sparato e ucciso una ragazza molto giovane e un parente di lei, quindi ha esploso dei colpi contro una donna di 53 anni e un uomo di 33 che sono ricoverati in ospedale in prognosi riservata e rischiano la vita. Poi il 22enne è andato in un parco, dove ha ucciso un 59enne e poi si è spostato a Henderson Place dove ha sparato a una donna di 66 anni, che è morta poco dopo all'ospedale. Poi ha rivolto l'arma contro di se e ha fatto fuoco davanti ad alcuni testimoni.

Al momento, le indagini non hanno trovato elementi che spieghino il perché Davison abbia deciso di compiere una vera e propria mattanza ma in un video di 11 minuti postato su Reddit, Davison si lamenta di essere vergine e rivela di far parte della galassia "incels", gruppi formati da uomini soli che incolpano le donne per i loro fallimenti e incapacità ad avere relazioni e rapporti sessuali. Gruppi collegati ad alcuni omicidi compiuti in diversi Paesi negli ultimi anni. Inoltre, in un passaggio del video, il 22enne dice: "So che è solo un film ma a volte mi piace pensare di essere Terminator o qualcosa del genere: nonostante sia un fallimento quasi totale, continua a cercare di portare a termine la sua missione".

L'assassino era un legale detentore di armi

Si indaga anche e soprattutto per capire come il giovane abbia potuto ottenere e mantenere il porto d'armi.

L'assassino era quindi un legale detentore di armi, non è dato sapere che tipo di licenza avesse. "Nel Regno Unito è difficile ottenere una licenza per armi - commenta su Twitter Giorgio Beretta, dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia - in Italia si può detenere un fucile come quello usato dall'assassino con una semplice licenza di tiro sportivo".

Come vi abbiamo raccontato molte volte su Today,  la licenza di tiro sportivo è abbastanza facile da ottenere nel nostro paese, "e per questo la richiede anche chi non pratica discipline sportive ma vuole avere armi in casa - ragiona Beretta - Lo dimostra un'indagine secondo cui in Italia vi sono 400mila “tiratori fantasma” ignoti alle strutture sportive". Da anni l'Osservatorio Opal di Brescia insieme alla Rete Pace e Disarmo chiede una revisione in senso restrittivo delle norme sulle licenze per armi, oltre che maggiori controlli sui legali detentori di armi.

"Ci vuole una strage per farlo capire?", si chiede Beretta. Non sappiamo con assoluta certezza ad esempio quante siano le armi legali in circolazione nel nostro paese. È ancora troppo facile avere un'arma legale in Italia, e i problemi non riguardano solo le licenze sportive, ovviamente. C'è il vasto tema dei controlli. "Le licenze per detenere armi - ci diceva qualche tempo fa l'esperto -  hanno una validità di cinque anni, sia per un diciottenne sia per un ottuagenario. Allo scadere del quinto anno, occorre presentare la domanda di rinnovo corredata da un certificato di idoneità psico-fisica rilasciato dall’Asl, ma anche in questo caso non è generalmente previsto alcun esame clinico o psichiatrico. Un periodo troppo lungo, soprattutto quando si tratta di anziani: non a caso per la patente di guida il rinnovo è previsto ogni tre anni (dai  60 ai 70 anni) e ogni due anni (dopo gli 80 anni)". 

In passato ne abbiamo già ripetutamente parlato su queste pagine. Più armi non significa più sicurezza (anche questo lo abbiamo detto tante volte). Continueremo a raccontarlo.

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