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Giovedì, 23 Marzo 2023
tredici anni dopo / Lucca

Strage di Viareggio, Moretti condannato a 5 anni

Si chiuso così l’appello bis sulla strage di Viareggio, che il 29 giungo del 2009 provocò la morte di 32 persone e un centinaio di feriti. 

Cinque anni all'ex ad di Ferrovie Mauro Moretti, 4 anni e due mesi per Michele Elia di Rfi, 4 anni per Mario Castaldo, direttore divisione Cargo Trenitalia. Si chiude così l?appello bis sulla strage di Viareggio, che il 29 giungo del 2009 provocò la morte di 32 persone e un centinaio di feriti. 

Nel primo appello Moretti era stato condannato a 7 anni, in questo nuovo processo disposto dalla Cassazione la procura generale aveva chiesto 6 anni e 9 mesi. L'ex ad di Ferrovie, al momento della lettura della sentenza, non era presente in aula, al contrario di questa mattina quando ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Moretti è stato condannato per disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose. La Corte ha escluso la colpa dell'omessa disposizione della riduzione della velocità dei convogli merci, uno dei profili colposi su cui la Cassazione aveva chiesto di valutare nel merito.

Il nuovo appello è stato disposto dalla Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado per 16 imputati, tra i quali gli ex vertici delle Ferrovie (oltre all'ex ad Mauro Moretti), dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci. Per tutti gli imputati la Suprema Corte ha escluso l'aggravante sulle norme di sicurezza, non riconoscendo il disastro ferroviario come incidente sul lavoro e così facendo è scattata di conseguenza la prescrizione per questo reato. Compito della Corte di appello di Firenze è rideterminare le pene, considerando che l'unico reato che viene contestato agli imputati è quello di disastro ferroviario colposo. Al solo Mauro Moretti sono contestati in aggiunta anche i reati di incendio e lesioni colpose in virtù del fatto che non ha rinunciato nel corso del processo d'appello bis alla prescrizione, come invece aveva fatto in precedenza. 

Strage di Viareggio, Moretti: "Non sono insensibile"

All'udienza di questa mattina il procuratore generale Sergio Affronte ha rinunciato a replicare. Alcune parti civili e alcune delle difese degli imputati hanno depositato memorie, come ha reso noto lo stesso presidente Angelo Grieco. Moretti ha rilasciato dichiarazioni spontanee, sollevando peraltro le proteste dei familiari delle vittime. che si sono presentati, come fatto a ogni udienza.

Durante questi anni - esordisce Moretti - sono stato più volte sollecitato a rilasciare dichiarazioni a mia difesa o invitato a reagire alle critiche, censure, spesse volte ingiurie di cui sono stato oggetto. Non l'ho fatto per rispetto alla giustizia e ai suoi rappresentanti. Non l'ho fatto, anche per rispetto alle famiglie delle vittime. Credo siano questa la sede ed il momento giusti. Prima, se mi consentite, desidero rivolgermi alle famiglie delle vittime Mi sono state attribuite frasi e comportamenti non rispettosi del vostro dolore, frutto di quel tragico disastro. Sono stato additato come persona fredda, insensibile; talvolta perfino disumana. Non mi riconosco in quella descrizione ed in questi anni ho avuto tempo per riflettere. Sento il dovere di dire che, se comunque, la rappresentazione di quelle frasi e quei comportamenti hanno causato in voi dolore e risentimento, non c'era nessuna intenzione da parte mia di suscitarli. E, per ciò, vi chiedo scusa".  Le sue parole sono state accolte da un brusio e anche da proteste da parte dei familiari delle vittime della strage ferroviaria.

Moretti si difende poi nel merito. "Non c'è alcuna prova - dice - della decisione imposta dal vertice di non rintracciare la storia manutentiva dei carri non di proprietà, ma addirittura c'è la prova opposta. Non esiste prova dell'entità del presunto risparmio economico che comunque, come dimostrato, per Trenitalia non ci sarebbe stato. Addirittura è invece dimostrato che ci sarebbe stato un risparmio di costi solo per le imprese Ferroviarie concorrenti di Trenitalia con un conseguente vantaggio competitivo. Di quella decisione di Alta Amministrazione dei vertici delle società del gruppo non esiste prova perché, semplicemente, non è mai esistita, come ha ammesso più volte Giannino (sostituto procuratore di Lucca) proprio in questa sede. Anche in questo caso, quindi, niente prove, solo illazioni". 

Moretti si difende punto per punto. "Tutte le commissioni istituzionali terze al Gruppo Fs - ribadisce - hanno riconosciuto che: l'infrastruttura della stazione di Viareggio era priva di ogni difetto; il personale di stazione di Rfi, i macchinisti ed i verificatori di Trenitalia: si erano comportati correttamente durante il tragico incidente; erano tutti dotati di abilitazione professionale certificata valida; e stavano svolgendo turni di lavoro ordinario. Dunque tutto era a posto, tutto era in ordine". L'ex ad tira in ballo i numeri: "Tutte le statistiche mostrano che dal 2000 al 2009 gli 32 incidenti ferroviari rilevanti (quelli 'tipici Uic') crollarono da 96 a 13 all'anno. Mi chiedo: questi buoni effetti, questi buoni risultati, possono essere generati da imprese che sono state dipinte come gestite male ed organizzate in modo strutturalmente carente, anche nella sicurezza ferroviaria? Per tutto quello che qui vi ho sinteticamente presentato, la risposta non può essere che negativa; perché in ogni organizzazione ed anche nelle imprese i buoni effetti sono generati da cosmo, non da caos. Ripeto: io sono stato l'autore di questa politica aziendale concretamente attuata e che vedeva sempre la sicurezza ferroviaria come assoluta priorità. Una politica dichiarata formalmente certa perché provata e documentata e per ciò rintracciabile in ogni sua parte (come è dimostrato dai vagoni di documenti agli atti di questo processo). Una politica opposta di quella che mi ha attribuito la Corte di primo Appello con il suo teorema".  strage viareggio ansa-2

Il disastro ferroviario di Viareggio

E' il 29 giugno del 2009 e il treno merci 50325 Trecate-Gricignano con il suo convoglio di 14 carri cisterna contenenti gas propano liquido, mentre viaggia a circa 90 km orari, deraglia per cause legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che ne trascina fuori dai binari altri quattro. Solo dal primo carro, la cui cisterna viene perforata da un picchetto di tracciamento curva posizionato lungo la massicciata, fuoriesce il gas gpl che s'incendia. Undici persone muoiono in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici. Altre due persone rimangono stroncate da infarto e decine sono ferite, la maggior parte muore, anche a distanza di diverse settimane. I due macchinisti rimangono miracolosamente indenni.

Strage di Viareggio, le tappe del processo

Il 18 luglio 2013 il gup del Tribunale di Lucca decide il rinvio a giudizio di 33 imputati. Il 31 gennaio 2017, dopo sette anni e mezzo dal disastro, arriva la sentenza di primo grado emessa dai giudici di Lucca che porta alla condanna di 23 dei 33 imputati accusati a vario titolo di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali. Fra questi il nome di maggior spicco è quello di Mauro Moretti, condannato a sette anni di reclusione. Ritenuti colpevoli anche Vincenzo Soprano e Michele Mario Elia, rispettivamente ad di Trenitalia e Fs logistica e ad di Rete ferroviaria italiana. Il 20 giugno 2019 arriva la sentenza della Corte d'appello di Firenze. Di fatto una ratifica dell'impianto accusatorio del verdetto pronunciato dai giudici di primo grado e, in primo luogo, conferma le condanne ai vertici di Ferrovie. La difesa presentano ricorso in Cassazione. Il 2 dicembre 2020 si apre il giudizio di terzo grado. Il sostituto procuratore generale chiede la conferma delle condanne pronunciate in secondo grado e un nuovo processo d'appello per Mauro Moretti. Comincia l'appello bis, una corsa contro il tempo perché a 13 anni di distanza non si prescrivano altre accuse.

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