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Venerdì, 19 Aprile 2024
La sentenza

La strage di Viareggio si poteva evitare con la manutenzione

Lo affermano i giudici della Corte di Cassazione, riportando le motivazioni della sentenza

Una corretta manutenzione avrebbe evitato la strage di Viareggio, l'incidente ferroviario in cui dodici anni fa morirono 32 persone. Lo affermano i giudici della Corte di Cassazione, riportando le motivazioni della sentenza che l'8 gennaio scorso ha sancito undici condanne per disastro ferroviario colposo. Nelle motivazioni si legge come “il controllo sulla correttezza della manutenzione avrebbe evitato il sinistro perché sarebbe emersa l'assenza della documentazione inerente la storia manutentiva del carro e dei suoi componenti e quindi esso sarebbe stato escluso dalla circolazione". Dunque anche l’ultimo grado di giudizio non fa che confermare: quella strage si poteva evitare perché i rischi erano noti.  

Nelle 584 pagine di motivazione della sentenza del processo si legge anche come “era certamente noto agli operatori del settore il rischio di rottura degli assili per l'esistenza di corrosioni o danneggiamento non eliminati nell' attività di manutenzione", e "la Corte di appello ha posto in evidenza che sin da prima del verificarsi del sinistro di Viareggio tutti gli operatori del settore ferroviario erano a conoscenza del fatto che una manutenzione non eseguita a regola d'arte era stata all'origine di alcuni incidenti ferroviari, provocati dalla rottura per fatica di sale sulle quali si erano insediati - e non erano stati eliminati - corrosioni e/o danneggiamenti".

La strage alla stazione di Viareggio 12 anni fa

Per quanto riguarda l'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza su lavoro non può essere applicata al reato di omicidio colposo contestato per le morti della strage di Viareggio perché le vittime non sono assimilabili a lavoratori, e dunque non può essere loro riconosciuto il rischio lavorativo. "Radicale" è l'errore dei giudici della corte di appello "di considerare i 32 fatti omicidiari come se si trattasse di un unico fatto reato. A ciò si associa l'errore di ritenere circostanziati tutti gli omicidi in ragione della qualificazione degli stessi  come infortuni sul lavoro, senza alcuna considerazione della particolare qualità soggettiva dell'autore del fatto, quasi che essi fossero stati ascritti in ragione di una cooperazione colposa con colui o coloro che fondamentalmente possono ipotizzarsi garanti della sicurezza del lavoro e della salute dei lavoratori più palesemente coinvolti nella vicenda". 

Per Mauro Moretti, ex ad di Fs e Rfi, condannato in appello a 7 anni, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi condannato in secondo grado a 6 anni, la Cassazione ha disposto un nuovo processo nel quale andranno rivalutati alcuni profili di colpa. 

Le tappe della strage di Viareggio

Sono passati dodici anni da quel 29 giugno del 2009, giorno in cui un treno merci carico di gpl esplode nella stazione di Viareggio, causando la morte di 11 persone e quella successiva, per ustioni, di altre 21. Tutto accade poco prima di mezzanotte, quando il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, con il suo convoglio di 14 carri cisterna contenenti gas propano liquido, mentre viaggia a circa 90 km orari, deraglia per cause legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascina fuori dai binari altri quattro carri. Solo dal primo carro, la cui cisterna viene perforata da un picchetto di tracciamento curva posizionato lungo la massicciata, fuoriesce il gas gpl che al contatto con l'ossigeno e alla prima possibilità d'innesco s'incendia.

29 giugno 2009. Le immagini del disastro

I danni sono immediati e 11 persone muoiono in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; altre due persone rimangono stroncate da infarto e decine ferite: di esse molte rimangono gravemente ustionate, e la maggior parte muore, anche a distanza di diverse settimane dall'evento. I due macchinisti rimangono indenni: dopo aver dato frenatura al convoglio si mettono in salvo dietro ad un muro che li protegge dalla fiammata del gas innescato. Il deragliamento si verifica in corrispondenza del sovrappasso pedonale che scavalca il fascio binari sud della stazione ferroviaria, collegando via Burlamacchi con via Ponchielli.
Il gas sembra essersi propagato in direzione di quest'ultima via, nella cui area si registra infatti il maggior numero di vittime, feriti e di edifici crollati o danneggiati. Alcune abitazioni vengono poi abbattute su ordinanza delle autorità comunali perché non più agibili o per costi di riparazione superiori ad una ricostruzione ex novo. Nei giorni successivi viene inoltre abbattuto anche lo storico sovrappasso per i gravi danni strutturali riportati nell'esplosione.
Strage di Viareggio: le tappe del processo

Il processo di primo grado, a Lucca, si conclude il 31 gennaio 2017 con la condanna di 23 imputati, accusati a vario titolo di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali, e l'assoluzione di 10 imputati. Mauro Moretti viene condannato a 7 anni di carcere nella veste di ex amministratore delegato per Rete Ferroviaria Italiana. Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, viene condannato a 7 anni e 6 mesi, come Michele Mario Elia in qualità di ex ad di Rete ferroviaria italiana.

Le pene più pesanti vengono inflitte ai responsabili della tedesca Gatx Rail, che ha affittato a Fs i carri cisterna: nove anni e mezzo a Rainer Kogelheide, amministratore della società e a Peter Linowski, responsabile sistemi manutenzione. Nel 2019 arrivano le condanne in appello. I giudici del secondo grado confermano sostanzialmente il primo con sette anni di reclusione Moretti, a sei anni Elia e Soprano, a otto anni e otto mesi di Rainer Kogelheid, e Peter Linowski.

Il 2 dicembre 2020, in piena emergenza Covid, il processo arriva al vaglio della Cassazione: udienze a porte chiuse, proprio per assicurare il rispetto delle misure attuate per far fronte alla pandemia, familiari in collegamento da Viareggio con i propri avvocati per avere notizie in tempo reale su quanto avviene al 'Palazzaccio'. Il sostituto pg Pasquale Fimiani, al termine della sua requisitoria, chiede un nuovo processo per Moretti e altri 3 imputati (Francesco Favo, ex responsabile certificazioni sicurezza Rfi, condannato in appello a 4 anni; gli ex dirigenti Rfi Giovanni Costa e Giorgio De Marco, assolti in appello) sollecitando l'annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado per queste sole 4 posizioni. Per quanto riguarda gli altri ricorsi, invece, il pg ne chiede il rigetto, e, dunque, la conferma delle condanne. La sera dell'8 gennaio 2021 arriva la sentenza della Suprema Corte. 
 

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