"Sono naturale non devo essere illegale": in 30mila contro il proibizionismo
Mega manifestazione a Roma per chiedere l'abrogazione della legge Fini-Giovanardi e la legalizzazione della cannabis. In testa al corteo ricordo per Don Gallo: "Sono naturale non devo essere illegale"
ROMA - L'undici febbraio sarà il "grande giorno". Il giorno in cui la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla Fini-Giovanardi. E i tanti contro la legge hanno sfilato oggi per le strade della capitale chiedendo l'abrogazione Fini-Giovanardi e la legalizzazione della cannabis. "Dopo otto anni finalmente la costituzionalità di quella legge sarà giudicata l'undici febbraio dalla Corte Costituzionale e vogliamo gridarlo a gran voce"
Trentamila persone - secondo gli organizzatori - hanno sfilato da piazza della Bocca della verità fino a Regina Coeli, passando per i ministeri di Salute e Giustizia per la street parade anti proibizionista. Ad aprire il corteo lo striscione "Sono naturale non devo essere illegale", dedicato a Don Gallo. Slogan della manifestazione invece è stato "Illegale è la legge" che riprende quello della campagna per la cancellazione della legge Fini-Giovanardi.
Alla manifestazione hanno aderito oltre 250 sigle da tutta Italia. Spiegano gli organizzatori: "Oggi manifestiamo per far sapere al mondo che dopo otto anni finalmente la costituzionalità di quella legge sarà giudicata l'11 febbraio dalla Corte Costituzionale e vogliamo gridarlo a gran voce".
Davanti al corteo bande musicali, giocolieri e rappresentanti di quattro scuole di samba, poi il carro del centro sociale Forte Prenestino. Il percorso dei manifestanti ha previsto un giro che è partito da Bocca della Verità per poi tornarvi e chiudere l'iniziativa. Tra i carri organizzati il movimento No tav Antiproibizionista, Overgrow, associazioni e centri sociali di Pisa, Torino e Bologna, un gruppo di Musica elettronica di Roma, il centro sociale Valle Faul di Viterbo, Strike ed Esc Roma, Radio Torre, Quadraro Massive.
Tensione tra gli organizzatori e i radicali. Marco Pannella e altri esponenti del partito non hanno partecipato alla street parade, lasciando la manifestazione dopo le pressanti richieste degli organizzatori e le contestazioni ricevute. Non sono mancate, comunque, anche le strette di mano e l'attestazione di stima da parte di alcuni gruppi di presenti.