Agente di polizia penitenziaria si toglie la vita con la pistola d'ordinanza
Il corpo privo di vita del 40enne in servizio presso l'Ufficio Ispettivo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria di Roma è stato trovato dalla moglie. Il Sappe: "Una tragedia senza fine"
L'ennesima tragedia nel corpo della polizia penitenziaria: un agente di 40 anni si è tolto la vita con la pistola d'ordinanza. Il tutto è avvvenuto nella serata del 4 giugno presso l'abitazione dell'uomo, residente nella provincia di Roma. Ancora incerte le cause del gesto ma è stata ricostruita la dinamica: ha avvolto l'arma in un asciugamano e poi l'ha puntata verso di sé sparando. E' morto sul colpo, lascia moglie e un figlio.
La notizia è stata resa nota al Sappe, il sindacato autonomi di polizia penitenziaria che ha espresso la propri vicinanza alla famiglia attraverso il suo segretario, Donato Capece: "Siamo sgomenti, sconvolti e impietriti per questa nuova immane tragedia, anche perché avviene a brevissima distanza di tempo dal suicidio di altri appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, in servizio a Vibo Valentia, a Padova, Siena, Volterra e Novara"
Secondo il Sappe dall'inizio del 2014 sei sono stati i suicidi di agenti di polizia penitenziaria e più di trenta negli ultimi tre anni. Inoltre dal 200 sono stati complessivamente più di 100 gli agenti che si sono tolti la vita, ai quali sono da aggiungere anche i suicidi di un direttore di istituto (Armida Miserere, nel 2003 a Sulmona) e di un dirigente generale (Paolino Quattrone, nel 2010 a Cosenza). "Lo ripetiamo da tempo - continua Capece - bisogna intervenire con soluzioni concrete, con forme di aiuto e sostegno per quei colleghi che sono in difficoltà".
Infine il segretario generale si lascia andare a una nota polemica: "Il Dap non fa nulla di concreto per favorire il benessere dei nostri poliziotti: neppure fornisce i dati ufficiali sul numero degli agenti suicidi, che raccogliamo noi attraverso i nostri dirigenti sindacali presenti in tutte le sedi d’Italia". (da RomaToday)