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Venerdì, 29 Marzo 2024
La beffa

Suicidio assistito, lo Stato non copre i costi: Mario dovrà pagare 5mila euro

La denuncia dell'Associazione Coscioni: "Lo Stato non si fa carico delle spese per farmaci e apparecchiature". Lanciata una raccolta fondi per aiutare il 44enne marchigiano

Mario, il  44enne marchigiano, da 12 anni completamente paralizzato in seguito ad un incidente stradale, è il primo italiano a poter optare per il suicidio legalmente assistito in Italia, ma sarà lui a dover sostenere tutte le spese. Lo Stato infatti non provvede all'acquisto dei farmaci e delle apparecchiature utilizzate per l'infusione, motivo per cui sarà Mario a dover sborsare i 5mila euro necessari. A denunciarlo è l'Associazione Luca Coscioni, che ricorda: "In assenza di una legge lo Stato italiano non si fa carico dei costi dell'assistenza al suicidio assistito. Non eroga il farmaco, non fornisce la strumentazione idonea e il medico".

Per aiutare Mario a pagare le spese per il suicidio assistito, l'associazione ha lanciato una raccolta fondi: "Per poter finalmente scegliere sulla propria vita, Mario deve sostenere una spesa di circa 5.000 euro in apparecchiature e farmaci. In particolare, c'è bisogno di uno strumento infusionale che costa 4.147,50 euro. Il ricavato della donazione permetterà a Mario, quando vorrà, e ad altre persone nelle sue condizioni, di esercitare il diritto di scegliere di porre fine alle proprie sofferenze",

"A oltre 2 anni e mezzo dalla sentenza della Corte costituzionale, in osservanza del giudicato costituzionale, il compito del Servizio sanitario nazionale si esaurisce con le verifiche delle condizioni e delle modalità e il parere del Comitato etico. Aziende sanitarie che rispondono, se rispondono, con tempi lunghissimi, ignorando la sofferenza di chi chiede di poter accedere al suicidio assistito legalmente in Italia", rimarcano Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretario nazionale dell'Associazione Coscioni.

"Il Parlamento potrebbe trovare una soluzione - concludono Cappato e Gallo - ma il testo è insoddisfacente ed è insabbiato al Senato. Per non fare ricadere l'onere anche economico sulle spalle di Mario e, per il futuro, dei malati nelle sue condizioni, abbiamo dunque deciso di farci noi promotori della raccolta dei fondi indispensabili. Esercitiamo così una vera e propria supplenza all'incapacità dello Stato italiano di farsi carico del diritto dei propri cittadini di non subire condizioni di sofferenza insopportabile e contro la propria volontà".

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