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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Messina

Impiccato in carcere a 38 anni, i familiari denunciano: "Non aveva segni sul collo"

Maurizio Famà trovato senza vita nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Per il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe si è trattato di suicidio, ma i punti da chiarire sono molti

"E' stato ritrovato impiccato al sifone del bagno e nonostante l'intervento del personale di polizia penitenziaria non c'è stato purtroppo nulla da fare. A quanto risulta non ha lasciato lettere o biglietti e non aveva dato segni di squilibrio". Così, venerdì scorso, il segretario generale del Sappe Donato Capece dava notizia di un (presunto) suicidio nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.

Maurizio Famà, 38enne di Catania accusato di furti di auto e rapine, si sarebbe tolto la vita in cella, il ventinovesimo detenuto a compiere questo gesto estremo nelle carceri italiane nei primi sei mesi del 2017. E' davvero andata così? I contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire e sono in corso le indagini della procura di Barcellona Pozzo di Gotto per poter stabilire le esatte cause di morte del detenuto.

"Oggi alle 15 è stata eseguita l'autopsia sul corpo della vittima - ci racconta al telefono Francesco Marchese, legale dei familiari di Famà - e bisogna attendere ancora qualche giorno per conoscere i risultati. Abbiamo richiesto anche l'accertamento tossicologico".

I familiari, non convinti dalla versione del suicidio sostenuta dall'amministrazione penitenziaria, hanno presentato denuncia contro ignoti. Vogliono chiarezza. Soprattutto perché, come racconta l'avvocato, "hanno visto il corpo di Maurizio Famà e, dal loro racconto, non aveva segni da strangolamento sul collo". Segni che dovrebbero essere visibili in caso di suicidio per soffocamento.

Non solo. Il giorno prima del ritrovamento del cadavere, il detenuto aveva fatto un colloquio con la famiglia. Nessun segnale di malessere. "Era tranquillo - dice il legale - e attendeva la fine del mese di agosto per chiedere un'istanza di scarcerazione". Sul caso c'è un procedimento penale in corso: sarà l'autopsia a fare chiarezza su quanto avvenuto nella cella del carcere messinese.
 

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