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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Un suicidio ogni 40 secondi": analisi di un fenomeno che non deve essere un tabù

"Ogni 40 secondi, nel mondo, una persona si toglie la vita. Più di 800mila persone muoiono per suicidio ogni anno" ha spiegato a 'Today' Emanuele Toniolo, medico psichiatra componente del comitato scientifico del progetto 'Perdersi d'Animo Mai' che dal 2009 sostiene quanti attraversano un momento difficile, i loro amici e i familiari, ai quali è fornito tutto il supporto necessario per superare una situazione che va affrontata

Tutte le volte si resta interdetti: la notizia di un suicidio non lascia indifferenti mai. 

È difficile non restare impassibili, non chiedersi perché, astenersi dal meditare sull’intensità di un malessere che, radicandosi nella profondità di sentimenti inespressi, ha trovato la forza di armarsi di coraggio per diventare carnefice di vita. 

L’ultimo caso mediaticamente risonante è stato quello di Chest Bunnington. La sera di giovedì 20 luglio, giorno del compleanno del suo amico Chris Cornell morto suicida a maggio scorso, il frontman dei Linkin Park ha messo fine alla sua esistenza stringendola forte con un cappio. 

L'alcol, le dipendenze da sostanze stupefacenti, gli abusi sessuali che il cantante stesso ha raccontato di aver subito tra i 7 e i 17 anni sono stati ipotizzati tra le ragioni di un gesto che, quando accade, sia che riguardi personaggi famosi che gente comune, sempre si prova a confinare nella sfera privatissima del suo autore. Per sentirlo meno vicino, quasi estraneo, per saperlo indifferente rispetto alla propria quotidianità che chiede di essere preservata per quanto possibile.

Ma il suicidio è un fenomeno diffuso, molto più di quanto si possa pensare, ed estrarlo dalla categoria degli argomenti tabù di cui è difficile parlare, può rivelarsi più utile di quanto si pensi.

Per questo nel 2009 è nato 'Perdersi d'Animo Mai', un progetto nato da un’idea dello staff dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo e di Adria per offrire sostegno e informazioni a chi sta attraversando un momento difficile. Si tenta così di aprire uno spazio di condivisione per coloro che si trovano ad avere idee di suicidio, ma anche per i loro amici e familiari, affinché possano capirne di più e trovare soluzioni per affrontare e gestire la situazione. 

A riguardo Today ha interpellato Emanuele Toniolo, medico psichiatra componente del comitato scientifico di un gruppo di lavoro che si avvale diverse agenzie presenti nel territorio. 

Il progetto 'Perdersi D'Animo Mai' nasce per offrire sostegno e informazioni a chi sta attraversando un momento difficile della propria vita: in cosa consiste?  

L’area di intervento del progetto è la prevenzione del comportamento suicidario e del tentativo di suicidio. L’intervento, in particolare, viene attuato sulla popolazione generale del polesine attraverso eventi pubblici di sensibilizzazione sul fenomeno e in aree specifiche ritenute a rischio (adolescenti, tentatori di suicidio, anziani, sopravvissuti) con azioni mirate individuate sulla base di criteri di fattibilità. Considerata la complessità del fenomeno, l’intervento può ritenersi efficace se condiviso nel territorio con Enti e Istituzioni con i quali sono stati stipulati, e verranno rinnovati, protocolli esecutivi di intervento per le rispettive aree di competenza. Particolare attenzione viene prestata all’ambito della formazione e della ricerca che costituiscono aree trasversali a tutte le azioni specifiche. 

Quali sono le modalità di intervento? 

Si interviene nell’ambito della prevenzione del fenomeno suicidario nelle sue diverse sfaccettature: dalla lotta alla depressione e ai comportamenti suicidari, ai tentativi di suicidio, all’identificazione di fattori di rischio, alla promozione di fattori protettivi, alla divulgazione di maggiori informazioni relative al tema. Le opportunità che si intravedono sono migliorare la valutazione e la gestione del comportamento suicidario, promuovere i fattori protettivi ambientali e individuali, aumentare la consapevolezza attraverso l’istruzione pubblica, migliorare gli atteggiamenti e le credenze relative al tema.  

Quali sono i dati numerici delle persone che mediamente si rivolgono a voi ogni anno e la loro fascia di età?

Ogni 40 secondi, nel mondo, una persona si toglie la vita. Più di 800mila persone muoiono per suicidio ogni anno. Secondo le rilevazioni del Sistema Epidemiologico Regionale, nel 2013 in Veneto ci sono stati 400 suicidi e più del 75% è avvenuto tra i maschi. La mortalità per suicidio (dal 2011 al 2013) ha mostrato una rapida crescita in entrambi i sessi, all’aumentare dell’età fino ai 45-64 anni, per poi stabilizzarsi nelle donne ed aumentare ulteriormente negli uomini tra i grandi anziani. 

La tabella mostra il numero di decessi (N) e il tasso osservato ogni 100.00 abitanti (TO) per classi di età e sesso, in Veneto per il periodo 2010-2013. 

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Quali sono i problemi più frequenti di coloro che vi chiedono aiuto?

La vita a volte è difficile e sappiamo che fattori come problemi di reddito, la perdita del lavoro, problemi familiari, problemi relazionali possono aumentare la probabilità che alcune persone si sentano depresse. Le persone depresse non arrivano necessariamente a pensare di togliersi la vita. C’è però una correlazione tra depressione e comportamento suicidario. Tuttavia, la depressione non è l’unica causa del comportamento suicidario. 
Il suicidio è un comportamento multifattoriale. Solo la concomitanza di più fattori può aumentare il rischio di comportamenti suicidari. È condiviso che il suicidio derivi da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali ed ambientali. Molto probabilmente i fattori sociali ed ambientali contribuiscono al suicidio almeno quanto quelli individuali. 
I problemi che possono portare le persone all’ideazione suicidaria prima e al comportamento suicidario poi, possono essere quindi molteplici. Non c’è mai un unico problema, ma una concomitanza di più fattori che portano la persona a vivere una grande sofferenza. Ciò che porta le persone a pensare di togliersi la vita, non è il desiderio di morire, ma la volontà di porre fine a quella sofferenza per la quale non si intravedono alternative.  

Quali sono i consigli utili per gli amici e i familiari che hanno il sospetto che il loro caro stia attraversando un momento della loro vita particolarmente difficile? 

Parlare apertamente e affettuosamente può essere un grande aiuto: può essere difficile per la persona parlare dei sentimenti suicidari perché potrebbe avere la sensazione che gli altri non la capiscano; parlando di ciò che le accade, tuttavia, potrebbe scoprire che le persone le sono vicine, che la ascoltano, che la possono aiutare e capire.

- Se si pensa di non essere la persona giusta per parlare con un proprio caro che si trova in grossa difficoltà, è opportuno inviarlo o accompagnarlo ai servizi specifici che se ne potranno prendere carico
- Incoraggiandola a stabilire la sua rete di sostegno.
- Invitare la persona ad andare ai suoi appuntamenti, anche se non se la sente.
- Se prende farmaci, incoraggiarla a farlo secondo le istruzioni. Anche se si sente bene, invitarla a non cadere nella tentazione di saltare la somministrazione.
- Sostenerla nel chiedere informazioni allo specialista che la segue: imparare a conoscere la sua situazione la mette in grado di responsabilizzarsi e motivarsi al piano di trattamento.
- Spronarla a diventare attiva: è dimostrato che l’esercizio fisico è in grado di ridurre i sintomi della depressione; con l’attività fisica può iniziare a sentirsi meno stanca.
- Indicandole di osservare ciò che di solito le piace fare e invitandola a riservare un pò di tempo ogni giorno per queste attività. Potrebbe trovarle utili e scoprire nuovi interessi. 
- Suggerendole di dividere le attività impegnative in più piccole e affrontandole una per una. Non sovraccaricandosi si potrebbe raggiungere un obiettivo e questo aiuterà a sentirsi meglio.
- Indicandole di evitare droghe e alcol. Queste potrebbero dare qualche sollievo immediato, ma ben presto creeranno ulteriori problemi di salute e psicologici da dover affrontare.

- Proponendole di stendere un piano scritto, insieme a un medico o a uno psicologo, psicoterapeuta o a una persona amata, da seguire se comincia ad avvertire pensieri suicidi: un piano o un contratto scritto può aiutare a fare la cosa migliore quando non si ha un consiglio più buono. Invitandola ad adottare una buona alimentazione: può aiutare a mantenersi in buona salute, in tal modo il recupero sarà più semplice. 
- Se si pensa che possa agire di impulso a seguito di pensieri suicidari, incoraggiarla a sbarazzarsi immediatamente di tutti i mezzi possibili per farsi del male. 
- Invitandola a prestare attenzione ai segnali di avvertimento, lavorando con il medico o il terapeuta per conoscere quello che potrebbe definire i pensieri suicidari. 

Il numero verde 800.18.09.50 permette un contatto con uno psicologo che organizza presso il Centro di Salute Mentale di residenza un incontro entro 24 ore, così che le persone possano ricevere supporto psicologico e medico da personale specializzato. A questi interventi mirati, poi si aggiungono le attività di promozione del benessere e prevenzione rivolte alla popolazione generale attarverso l’organizzazione di eventi informativi aperti alla cittadinanza. 
 


 

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