Sulcis, gli operai 'sotto terra': "Stiamo morendo di fame"
Le immagini degli 'Invisibili' della ex-Rockwool. Dalla minieria occupata lanciano un appello per l'ultimo consiglio regionale sardo: "Emendamento per risolvere la nostra vertenza"
Da giovedì 9 gennaio i tredici operai della carboneria Rockwool stanno occupando una galleria della miniera di piombo e zinco di Monteponi. Una decisione che i lavoratori dicono di aver preso in maniera autonoma, perché "stanchi di essere invisibili". Una storia lunga e complessa che coinvolge 21 lavoratori interinali assunti dalla Rockwool per conto della Manpower di Cagliari a cui era stato promesso di lavorare per 10 anni. Ma nel 2009 Rockwool delocalizza e trasferisce la produzione in India: tutti gli operai vengono licenziati. Così 13 di loro hanno deciso di protestare sotto terra, dalla galleria della ex miniera.
GUARDA IL VIDEO DEGLI OPERAI SOTTO TERRA
Un vertenza marginale, che coinvolge poche persone e soprattutto lavoratori interinali che subiscono spesso facili licenziamenti e non trovano appoggio da parte dei sindacati nel proporre le loro vertenze. Per questo loro stessi hanno dato vista a eclatanti proteste e si sono definiti 'invisibili'.
In realtà proprio nel 2009 la regione Sardegna ha promesso impegno per la riqualificazione professionale e il reinserimento dei lavoratori, in prospettiva di nuovi piani industriali e di iniziative di investimento finanziario proprio nel territorio sardo. Tale impegno è stato messo nero su bianco tramite un documento firmato dalla regione stessa il 6 ottobre 2009.
Per tutte queste ragioni gli 'invisibili' non mollano e hanno deciso che la loro protesta continuerà: "E' da un anno che non guadagnamo nulla. Stiamo morendo di fame e non abbiamo nulla da perdere. Vogliamo che si approvi un emendamento sulla nostra condizione nel consiglio regionale di martedì 14 gennaio, l'ultimo prima delle elezioni amministrative" affermano i lavoratori che fino ad allora sono intenzionati a rimanere sotto terra.
