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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia/2

Le imprese italiane sono tar-tassate

Secondo Confindustria, la pressione fiscale sulle aziende è la 16esima più elevata al mondo, pari al 65,8% degli utili

ROMA - Le imprese italiane hanno il primato negativo del prelievo più alto dal fisco tra i Paesi avanzati.

Nel 2012 il complesso delle imposte pagate dalle imprese italiane è il 16esimo più elevato al mondo, pari al 65,8% degli utili, e soprattutto è il più elevato tra i più importanti paesi avanzati, seguito dalla Francia (64,7%) e dalla Spagna (58,6%) e a distanza dalla Germania (49,4%). E' quanto emerge da una nota del nostro Centro Studi di Confindustria sul livello di tassazione nel Paese.

Si tratta del cosiddetto "total tax rate" quantificato dalla Banca Mondiale, l'ammontare complessivo delle imposte pagate da imprese aventi caratteristiche standard. Nel calcolo sono incluse le imposte, locali e statali, su profitti, immobili, autoveicoli e carburanti, tenendo conto di deduzioni e detrazioni e i diversi contributi sociali versati; mentre sono escluse le imposte sui consumi e quelle raccolte per conto delle autorità fiscali in qualità di sostituto d'imposta.

La comparazione europea del livello di tassazione sul reddito aziendale e sul lavoro evidenzia un ampio divario, che si traduce in minore competitività e minore attrattività del Paese per gli investimenti, spiega la nota del Centro Studi di Confindustria. La tassazione dei redditi d'impresa in Italia è superiore alla media europea: l'onere fiscale gravante sui profitti, nel 2011, è stato pari al 2,8% del Pil contro una media di 2,5% nell'Eurozona e di 2,6% nell'Ue-27. In Germania è stato del 2,6%, in Francia del 2,3%. Gli spazi per ridurre il carico fiscale, sottolinea Confindustria, devono essere individuati nella revisione della spesa pubblica e nella lotta all'evasione fiscale e contributiva.

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