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Giovedì, 25 Aprile 2024
Caso Telecom

Telecom agli spagnoli: "A rischio la sicurezza nazionale"

Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, analizza il passaggio di Telecom a Telefonica: "Si rischia di non potere più controllare la rete dove passano tutti i dati sensibili"

ROMA - Non solo la consapevolezza, amara, di un'altra azienda persa. Ma anche il rischio, reale, di problemi per la sicurezza nazionale. E' questa la chiavi di lettura con cui Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, analizza il passaggio del controllo di Telecom nelle mani degli spagnoli di Telefonica. 

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"La rete Telecom è una infrastruttura strategica per il Paese e quindi occorre massima cautela" ha avvisato il capo del Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica. Evidentemente in accordo con lui, il premier Enrico Letta che, da New York dove si trova in visita, ha annunciato: "Ci sono asset strategici come la rete e dunque vigileremo sull'accordo". 

L'allerta insomma è massima. E il perché è ben spiegato dalle parole del vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito: "Con la rete fissa in mani straniere, non solo l'Italia sta perdendo quote di potere economico, ma adesso rischia di non potere più controllare porzioni di sicurezza nazionale visto che sulla rete fissa di Telecom passano tutti i dati sensibili relativi alle comunicazione di ambasciate e ministeri". 

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Pronta la risposta di Letta: "Il governo seguirà gli sviluppi dell'accordo su Telecom non solo dal punto di vista dei livelli occupazionali, con il rischio licenziamenti denunciato dai sindacati -  ha spiegato il premier - ma anche perché non vogliamo perdere su questi aspetti strategici dell'accordo". 

Una soluzione, però, potrebbe essere già pronta: scorporare la società che gestisce il servizio da quella che gestisce l'infrastruttura di rete: "Si può imporre con legge e si può dire alla società che svolge il servizio di separarsi da quella della rete", ha spiegato Catricalà, precisando che "ciò che non si puo fare è un esproprio senza indennizzo". 

L'opzione scorporo, al momento, "resta prioritaria e prevede una partecipazione significativa della Cassa depositi e prestiti non in funzione di sostegno o di aiuto ma come scelta imprenditoriale in un'attività profittevole come si è finora dimostrata quella della gestione delle reti nazionali".

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