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Giovedì, 28 Marzo 2024
VIOLENZE SESSUALI / Brescia

Tenta di stuprarla, poi si scusa con una lettera. La vittima: "Doveva pensarci prima"

Raja Taimo, 28enne pakistano, ha scritto una lettera alla donna che ha tentato di violentare lo scorso ottobre a Palazzolo: "Avevo bevuto, non ero in me". La replica: "Solo una tattica processuale"

"Ho fatto una cosa che non dovevo fare, ma non ero in me. Non avevo intenzione di fare del male, avevo la mente offuscata a causa dell'alcol e di una pastiglia che mi aveva fatto ingerire un indiano".

Dalla cella del carcere di Pavia, dove si trova da diversi mesi, Raja Taimo, 28enne pakistano, ha scritto una lettera alla donna che ha tentato di stuprare lo scorso ottobre a Palazzolo, nel Bresciano. La vittima, 55 anni, stava facendo stretching sulla porta di casa. Lui, Raja, era lì a fare il suo lavoro: distribuire volantini pubblicitari nelle cassette delle lettere. 

La donna si è salvata solo grazie all'intervento di Francesco Stucchi, 81 anni: è stato lui ad accorgersi del tentato stupro ancora in corso, ha raggiunto la donna con l’aiuto di un vicino di casa ed è riuscito a fermare il giovane prima che potesse continuare. 

Nella lettera, poche parole scritte in un italiano comprensibile, il 28enne ammette le sue colpe e chiede perdono, anche se avrebbe chiesto alla donna di consegnare la missiva alla Procura e ai carabinieri, in vista dell'imminente processo.

La vittima: "Non gli credo"

E infatti la vittima non crede al suo pentimento, come riferisce BresciaToday: "Non credo a una sola parola di quello che c'è scritto - ha raccontato la 55enne - e di sicuro non l'ha scritta di sua iniziativa: è solo una tattica processuale. Fino a pochi mesi fa non sapeva neanche una parola d'italiano e ora sarebbe già in grado di scrivere una lettera: mi sembra impossibile."

"Non ho dormito per due mesi"

A BresciaToday la vittima del tentato stupro ha confessato di non aver dormito per due mesi e di avere continui incubi "ancora oggi". Anche per questo, ha aggiunto, “ho cominciato ad avere diversi problemi di salute: ho dei problemi anche a livello cardiaco". Insomma, per il perdono è ancora troppo presto: 

"Anche se fosse realmente pentito di ciò che ha fatto, ora non riesco proprio a perdonarlo. Avrebbe dovuto pensarci quel giorno, quando io urlavo implorandolo di smettere e lui invece mi teneva ferma e mi strappava i vestiti di dosso. Da allora la mia vita è cambiata radicalmente: ho paura a stare da sola e non esco più di casa senza il mio cane. Inoltre, porto sempre con me una bomboletta di spray al peperoncino per difendermi".

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