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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Verona

Teresa Scavelli: la baby sitter italiana uccisa di botte da un folle per difendere tre bambini

Massacrata da uno sbandato nella casa dove lavorava come governante: aveva 46 anni

Non ha esitato nemmeno per un istante. Ha difeso i bambini, ed è stata uccisa lo scorso 2 settembre. Uccisa di botte da un malintenzionato, uno sbandato, nella casa dove lavorava come governante e baby sitter: la vittima è Teresa Scavelli, italiana di 46 anni che lavorava a San Gallo, nella svizzera tedesca.  Gli agenti di polizia hanno bloccato l'aggressore, "un folle", secondo il Corriere della Sera, un 22enne svizzero, mentre continuava ad accanirsi sulla donna: nonostante la presenza della polizia, che gli intimava di fermarsu, il giovane ha continuato a colpirla. A quel punto gli agenti gli hanno sparato, ed è morto sul colpo. 

Teresa Scavelli era calabrese di nascita ma veronese d’adozione. In Italia aveva lasciato il marito e i tre figli proprio per andare a lavorare in Svizzera. Dopo l'aggressione è stata trasportata in ospedale per le ferite riportate alla testa: troppo grave il trauma cranico con lesioni cerebrali, il suo cuore ha smesso di battere. Quando è stata attaccata nella casa dei suoi datori di lavoro, Scavelli era in compagnia di un’altra donna.

L'omicidio di Teresa Scavelli: "Ha salvato quei tre bimbi"

Teresa "non ha salvato una sola bambina, come dicono. Ne ha salvati tre", dice la madre davanti alla bara il giorno del funerale a Palù, nel Veronese. "Lei era fatta così, si è sempre presa cura dei più deboli, lo avrebbe fatto anche se fossero stati estranei ma quei bambini erano come figli per lei. Per le due sorelline era la baby sitter e poi c’era in casa il bimbo di quattro anni della vicina del piano di sopra. Teresa ha visto dalla finestra che il bastardo stava seguendo le due bambine che tornavano da scuola, è corsa verso di loro per proteggerle, è riuscita a portarle a casa al sicuro ma quello era un demonio, si è infilato dentro assieme a loro e ha fatto quel che ha fatto...".

«Quello» era un ragazzo svizzero di 22 anni, di nome Steve, che la stampa locale definisce come uno sbandato più volte ricoverato per gravi problemi psichiatrici e noto alla polizia per abuso di droga, scrive il Corriere della Sera

Teresa, per tutti Terry, ha spinto in là i bambini e si è messa fra loro e quel ragazzo. Non li avrebbe lasciati nelle sue mani per nulla al mondo. Lui ha reagito con una furia incontenibile, se l’è presa con lei che gli impediva chissà quale piano disegnato dalla sua mente malata. Ha afferrato una padella di metallo e l’ha colpita alla testa più volte. In casa c’era un’altra donna ed è stata lei a chiamare la polizia e provare a intervenire procu- randosi ferite non gravi. Quando la pattuglia è arrivata Teresa era ancora viva e quel tizio le stava addosso, la colpiva come se niente potesse più fermarlo. Gli hanno ur- lato di smetterla e alzare le mani ma lui non l’ha fatto e gli agenti hanno sparato.

Una vita di lavoro, Teresa era andata in Svizzera per dare un futuro migliore ai suoi figli. "Lei ha fatto la sola cosa possibile, ha scelto la vita dei bambini", dice la madre nel momento del dolore. I funerali sonobstati celebrati ieri a Palù.

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