rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Terra dei Fuochi

"Vi racconto cos'è la Terra dei Fuochi, la Terra di nessuno"

Un viaggio nella Terra dei Fuochi fra rifiuti incendiati, aria irrespirabile, colpevoli e voglia di rinascere. Luca Abete, inviato di "Striscia", racconta a Today.it la sua "Terra dei Fuochi"

ROMA - La rabbia più grande è che qualcuno "abbia pensato di distruggere una terra e ci sia riuscito". Sì, perché della Terra dei Fuochi, quel pezzo di Paese che va da Napoli a Caserta dove si muore per cancro più che nel resto d'Italia, è rimasto poco o nulla. Sono rimasti i cumuli di cenere di tonnellate di rifiuti bruciati illegalmente. Sono rimaste le colonne di fumo nero, "regalo" dei roghi che intossicano l'aria. E sono rimasti i fiumi, una volta cristallini, che oggi portano via sacchetti, elettrodomestici e carcasse d'auto incendiate. 

Il tutto in una terra che presto è diventata la "Terra di nessuno" dove le istituzioni latitano, la malavita spadroneggia e i cittadini abbassano la testa. Luca Abete, inviato di Striscia La Notizia, racconta a Today.it la "sua" Terra dei Fuochi. 

Luca cos'è la Terra dei Fuochi vista da "dentro"?

La Terra dei Fuochi è un isola di rabbia, di sorpresa e di stupore costante. Giro per la Terra dei Fuochi dal 2007, da quando sembrava quasi che fosse l'invenzione di un Tg satirico. Oggi è una realtà incredibile che personalmente continua a stupirmi ogni volta. Non mi sembra possibile che una mole così impressionante di rifiuti venga abbandonata in luoghi che magari sono davvero sotto gli occhi di tutti. La Terra dei Fuochi è la terra nella quale per anni si sono bruciati scarti di rifiuti industriali. E' la terra nel quale al tramonto si respira aria bruciata. E' la terra nella quale sono stati interrati, con la compiacenza "forzata" di alcuni contadini, rifiuti chimici che hanno avvelenato le falde acquifere e le terre dove si coltivava. E' la terra del degrado assoluto, è la terra di nessuno e fa rabbia che qualcuno abbia pensato di distruggerla e ci sia riuscito perché coloro che l'hanno abitata per anni non hanno visto nulla. 

La "compiacenza" di alcuni cittadini e contadini è chiara, oggi è cambiato qualcosa? Quella terra è davvero pronta a rinascere?

Siamo passati dall'indifferenza generale, che era veramente impossibile, a un allarmismo all'ennesima potenza: oggi sembra che l'unico futuro possibile sia la morte. Ora viviamo un eccesso nella direzione opposta, ma meglio così perché almeno se ne parla: è davvero assurdo pensare che per anni nessuno abbia visto nulla. La colpa fondamentale, come di tutti i mali della nostra terra, è un cocktail ben miscelato di responsabilità fra istituzioni, criminalità e singoli cittadini. Le istituzioni con la loro carenza di attenzione, la criminalità che sempre ha fatto il bello e cattivo tempo con intrecci che hanno garantito forza economica e singoli cittadini che non hanno compreso quello che si consumava davanti ai loro occhi: tutti sono colpevoli del disastro. Oggi, però, si risveglia la coscienza ed è il momento di una riscossa contro l'illegalità. Una riscossa che deve spaziare nei campi più variegati, non solo quello dei rifiuti: se non si adotta una politica della legalità sul territorio si continua a prestare il fianco. Sempre. 

[VIDEO] Viaggio nell'orrore della Terra dei Fuochi

Al momento l'unico intervento del governo è affidato ad un decreto che punisce penalmente i roghi di rifiuti. Sembra un po' poco. 

Purtroppo è la solita trafila. Bisogna capire che è il sistema che va punito e non la persona che incendia il sacchetto. E' importante un cambio di prospettiva: deve vincere la politica della legalità.

Scatti dalla Terra dei Fuochi (Foto di Luca Abete)

Meglio lasciar fare ai cittadini quindi. 

La riscossa della gente comune è la consapevolezza che si sta affermando in ogni singolo cittadino un'idea: lui da solo può fare quello che le istituzioni non hanno fatto. Basta pensare che è stato un prete - don Maurizio Patriciello - a scuotere le coscienze di tutti. Da lì poi è nata l'azione delle persone che si sono ritrovate sul web e per le strade e sono riuscite a catalizzare l'attenzione e a chiedere e ottenere alcune precauzioni. Quindi, la strada della legalità passa dalla singola persona che può e deve avere atteggiamenti che escludano a priori i sistemi che finora hanno retto tanti meccanismi. Per fare un esempio, una persona che va a lavorare in nero in un'azienda ha responsabilità sullo smaltimento illegale di rifiuti perché la ditta non può certificare quella produzione e quindi non può smaltire legalmente i resti. Mettendo fine a questi atteggiamenti d'illegalità rinascere è possibile.  

Perché la Terra dei Fuochi, in fondo, non è solo cenere e fiumi inquinati. E' anche la terra di un popolo che, finalmente, ha deciso di dire basta. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Vi racconto cos'è la Terra dei Fuochi, la Terra di nessuno"

Today è in caricamento