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Venerdì, 29 Marzo 2024
Terra dei Fuochi

"Terra dei fuochi, non si può dire che si muore per i rifiuti"

Il giorno dopo l'allarme dell'Istituto superiore di Sanità - in Campania si muore più che nel resto d'Italia per tumori - il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin precisa: "Non possiamo dire che sia colpa dei rifiuti"

ROMA - Come un anno fa. Più di un anno fa. Non sono bastati i morti, le emergenze, le tragedie per far cambiare idea al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Negare la realtà, o quanto meno "addolcirla", sembra essere la soluzione preferita della deputata di Ncd che ancora una volta, un anno dopo, ha provato a smorzare ogni allarme sulla Terra dei Fuochi. Il primo luglio scorso, in visita a Napoli, aveva "sfidato" i cittadini campani: "C'è un comitato al ministero per lo studio delle aree con maggiore criticità - aveva spiegato - ma bisogna non lasciarsi suggestionare e attenersi all'evidenza scientifica che viene da questi studi. Ci sono altre questioni sanitarie in queste zone che dipendono anche dagli stili di vita dei campani" aveva chiarito, parlando dell'elevato - e fuori media - tasso di morti per tumori. Ieri, dopo che l'Istituto superiore di Sanità ha sbattuto in faccia a tutti che in Campania e a Taranto si muore più che nel resto d'Italia per "la malattia" - come la chiamano -, Lorenzin ha gettato ancora acqua sul fuoco. 

Non bisogna fare "facili allarmismi - ha avvertito in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno - occorre attendere i dati conclusivi dello screening, previsti da una norma che personalmente ho promosso nell'ambito della conversione in legge del decreto-legge numero 136 del 2013, a favore sia della popolazione dell'area campana in questione, che della popolazione dell'area Ilva di Taranto, con un finanziamento finalizzato di 25 milioni di euro annui, sia per il 2014 sia per il 2015". 

"Lo studio dell'Iss - ha commentato il ministro - dimostra che nelle province di Napoli e Caserta l'incidenza di tumore è più alta, ma non abbiamo certezza dipenda da roghi o da altri fattori inquinanti. L'Istituto superiore di sanità infatti - ha ricordato il ministero della Salute - ha precisato che lo studio Sentieri non può evidenziare l'esistenza di nessi causali tra le patologie tumorali e la situazione ambientale delle aree della Terra dei fuochi, anche in considerazione del fatto che le patologie indicate nello studio possono dipendere da una molteplicità di fattori e ha evidenziato che gli eccessi di mortalità, di ospedalizzazione o di incidenza tumorale riscontrati non possono essere attribuiti, sulla base della metodologia applicata, all'esposizione individuale a specifici inquinanti".

"Solo a conclusione dei predetti screening - ha sottolineato Lorenzin - si potrà avere un quadro sanitario su cui effettuare le conseguenti valutazioni e adottare tutti i provvedimenti e le iniziative che si renderanno necessarie per garantire il primario diritto alla salute dei cittadini". Quanto ci sarà ancora da aspettare? 

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