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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Rieti

Terremoto, il fratello in attesa dell'ultimo disperso ad Amatrice: "Io so che è vivo"

Sul Corriere della Sera il racconto commevente di Zia, afghano arrivato dall'Austria per cercare il fratello disperso sotto le macerie. Da una settimana non fa altro che guardare verso il dirupo in cui è caduta la casa in cui abitava il fratello Sayed

Sayed rimasto sotto le macerie della casa in cui viveva ad Amatrice. Era uno dei trenta rifugiati politici accolti nel piccolo comune del reatino colpito dal sisma del 24 agosto. Gli altri sono riusciti tutti a mettersi in salvo, di lui ancora non si hanno notizie.

Suo fratello è arrivato qui dall'Austria una settimana fa, pochi giorni dopo il terremoto. Da allora se ne sta fermo, a braccia conserte, senza staccare mai gli occhi dai vigili del fuoco e dal dirupo dove è precipitata la casa in cui abitava Sayed: la palazzina è crollata dopo le scosse ed è scivolata nella scarpata sulla quale si affacciava. Le operazioni di recupero sono in corso ma sono difficilissime. L'afghano dovrebbe essere l'ultimo dei dispersi. "Sarà vivo in qualche angolo là sotto, lo so", dice Zia, animato dalla speranza. Al Corriere della Sera, Zia racconta che Sayed "in Afghanistan ha lasciato la moglie e tre figli", che è "legatissimo a nostro padre, vecchio e malato" e che è arrivato in Italia probabiilmente "come arrivano quasi tutti gli afghani", cioè via terra.

Gli amici di Sayed, che sono riusciti miracolosamente a salvarsi, raccontano che "aveva avuto il permesso per andare a lavorare in una pizzeria a Torino" ma  "aveva rinviato la partenza perché voleva dare una mano per la sagra degli spaghetti all'amatriciana". 

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