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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Terremoto, ad Amatrice l’ombra della mafia sugli appalti della scuola crollata

Il procuratore antimafia Franco Roberti parla chiaro: "La ricostruzione post terremoto è storicamente il boccone ghiotto". L'impresa che ristrutturò l'istituto comprensivo "Capranica" e che si aggiudicò l'appalto avrebbe connessioni con alcuni clan di Cosa Nostra. Le immagini del Tg1: nei muri c'era il polistirolo

"I rischi ci sono, inutile nasconderlo. E la ricostruzione post terremoto è storicamente il boccone ghiotto di consorterie criminali e comitati d'affari collusi", ammette chiaramente il procuratore antimafia Franco Roberti in un'intervista a Repubblica. Una constatazione che deriva da anni di esperienza sul campo e che fa i conti con il passato: "Porto con me ricordi strazianti di quando, da giudice istruttore a Sant'Angelo de' Lombardi, attraversai e provammo a gestire l'immane disastro dell'Irpinia" continua amareggiato. 

Una posizione che sembra confermata se si ripercorre la storia della ristrutturazione della scuola "Romolo Capranica" di Amatrice, crollata rovinosamente nonostante nel 2013 fossero stati spesi circa 700mila euro per metterla in sicurezza. Lo fanno Davide Milosa e Davide Vecchi sulle pagine on-line de Il Fatto Quotidiano:

Vengono fuori legami tra il gruppo siciliano che ebbe l’appalto e un altro, omonimo, colpito da un’interdittiva antimafia, poi sospesa. In attesa degli sviluppi dell’inchiesta aperta dalla Procura di Rieti, per ora sull’azienda che ha portato avanti quei lavori pesa forte l’ombra di collegamenti con i clan di Cosa Nostra.

Connessioni che emergono dalla relazione tra la Valori Scarl, società che si è occupata della ristrutturazione della scuola di Amatrice di proprietà del gruppo Mollica di Francesco Mollica, e Domenico Mollica, maggiore azionista di un’altra società, la Sed, la cui sede è esattamente nello stesso palazzo in cui risiede la Dionigi Soc. Coop, che detiene la Valori Scarl. Scrivono i due giornalisti:

Al netto di questo risiko societario, ciò che solleva sospetti di mafiosità è uno degli azionisti della Sed. Si tratta di Domenico Mollica che ne detiene il 90% e che è nato a Piraino (Messina) nel 1955. Ecco il legame. Il signor Mollica è stato socio della Siaf (società di costruzioni fallita) assieme ai fratelli Pietro e Antonino. Ai tre è riconducibile il consorzio Aedars che nel 2013 riceverà un’interdittiva antimafia firmata dalla Prefettura di Roma. Di più: Francesco Mollica, che controlla la Valori Scarl, è figlio di Domenico.

Tutto comincia nel 1991 quando il comune di Piraino, nel messinese, viene sciolto per mafia. Nella relazione dell'allora ministro Enzo Scotti si legge: "In meno di tre anni i fratelli Mollica si trasformano in un sostanzioso gruppo finanziario che si aggiudica ripetutamente appalti per svariati miliardi in Sicilia e fuori dall’isola". Nel 2013 viene sciolto il comune di Augusta, in provincia di Siracura: anche qui si trovano citati i Mollica, "amici" e in affari con Francesco Scirocco, arrestato nel 2011. Poi c'è la vicenda della vecchia Siaf, in cui il nome dei Mollica viene inserito nella lista degli imprenditori che si spartivano gli appalti. 

Terremoto ad Amatrice (Foto Ansa)

Tindaro Mollica nel 2015 viene arrestato a Roma nell’ambito dell’indagine Variante inattesa. L’accusa è di bancarotta fraudolenta. L’inchiesta parte dal consorzio Aedars che in dieci anni – secondo l’accusa – si è aggiudicato una serie di appalti pubblici (118 milioni totali). Scrive il gip: "Dagli atti è facilmente evincibile come Mollica applichi un metodo delinquenziale". 

Scrive ancora il Fatto:

Nonostante i lavori di ristrutturazione terminati nel 2012, la struttura aveva bisogno di nuovi interventi urgenti. L’appalto per questa seconda tranche di lavori è stato chiuso nel dicembre 2015 e a offrire il maggior ribasso – addirittura del 36% – è stata la società “Cricchi Carlo” di Carlo e Patrizio Cricchi, già finiti nell’inchiesta penale sulla ricostruzione post-sismica de L’Aquila. Gli interventi sarebbero dovuti iniziare a breve. Ma è arrivato prima il terremoto.

Intanto, continua il quotidiano romano, il magistrato disporrà il sequestro di tutto il materiale giornalistico fotografico e video, in particolare un filmato trasmesso dal Tg1 in venerdì scorso nel quale si vedeva chiaramente che nelle pareti della scuola c'erano parti di polistirolo e che al posto delle reti di contenimento erano state installate delle retine dietro l’intonaco.

polistirolo scuola amatrice tg1-2

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