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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Italia

Terremoto, Gentiloni dice che l'emergenza è finita ma non è così

L'ultima beffa per i terremotati: in 1200 devono demolire le casette che si sono autocostruiti ora definite abusive. Oltre 2500 persone aspettano ancora le soluzioni abitative d'emergenza e 2 milioni di tonnellate di macerie devono ancora essere rimosse

Terremoto, a due anni dal sisma del Centro Italia il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha dichiarato terminata l’emergenza per i terremotati, una frase che (riportiamo integralmente) ha destato l'irritazione dei comitati dei terremotati che fanno notare quanto ancora oggi la situazione sia lontana dal potersi dire "normale". 

"E' ancora una lunga strada da fare sulla ricostruzione ma gli aspetti dall'emergenza non sono più dominanti - ha detto Gentiloni inaugurando la nuova sala operativa della Protezione civile della Regione Lazio - abbiamo ancora un cammino molto complesso e faticoso". Poi ringraziando gli uomini e le donne della Protezione civile Gentiloni ha aggiunto: "credo tuttavia che abbiamo dato una buona prova d'azione"

Se questa non è ancora un'emergenza

Comitati del Terremoto Centro Italia tirano le somme della situazione del cratere:

  • il 35% della soluzioni abitative di emergenza, le cosiddette Sae, sono ancora da consegnare e oltre 2500 persone sono ancora senza "casette";
  • più di 1200 terremotati sono ufficialmente senza una casa grazie al decreto "Salva Peppina" che anziché risolvere la situazione ha punito chi ha trovato una soluzione autonoma dichiarata però abusiva. (poi vedremo nel dettaglio).
  • oltre 2 milioni di tonnellate di macerie attendono ancora di essere rimosse, impedendo de facto la ricostruzione;
  • senza ricostruzione alle migliaia di posti di lavoro persi altri se ne aggiungono ogni giorno specialmente nelle aziende artigiane
  • interi paesi sono ancora isolati ad oltre un anno dalle scosse più distruttive di una sequenza sismica durata mesi

"Le frasi di Gentiloni sancisono l'incolmabile lontananza della politica dai propri cittadini e l’incapacità di chi ci governa di comprendere le reali esigenze dei terremotati nonché di assegnare le giuste priorità" spiegano Francesca Mileto e Francesco Pastorella, coordinatori dei Comitati Terremoto Centro Italia.

Sisma, ultima beffa: "Da demolire le casette costruite dai terremotati"

Da 15 mesi nelle 4 regioni terremotate duemila persone si sono adoperate per comprarsi un camper, casette di legno, casette con le ruote e vi si sono andati a viverci così da non lasciare i propri paesi dove avevano attività economiche ed affetti. Da ieri 31 gennaio chi non si è ‘autodenunciato’ in Comune per lo Stato è abusivo. E' il risvolto paradossalmente del decreto "nonna Peppina" che ha provato a salvare l'anziana simbolo del terremoto del Centro Italia: per regolamentare la propria posizione serve un progetto di ricostruzione della casa denunciata, e spazi abitativi con soffitti alti 2,4 metri e 14 metri per la camera da letto. "Chi non si è messo in regola rischia la denuncia penale e la demolizione oltre a ritrovarsi senza il contributo di autonoma sistemazione".

Lo scorso mercoledì gli stessi comitati dei terremotati avevano incontrato il commissario al terremoto Paola De Micheli ed il capo dipartimento della Protezione Civile Borrelli.

Proprio in quell'incontro erano emerse le storture delle normative come quelle dovute al cosiddetto "decreto Salva Peppina". Come sottolineano i Comitati, sulla base dello studio del prof Tondi, sindaco di Camporotondo di Fiastrone (Mc), il 70% delle soluzioni abitative che alcuni terremotati si sono autocostruiti nelle zone del cratere finiranno per essere demolite, nonostante siano state realizzate per esigenze lavorative nell'immediato dopo sisma.

"I vincoli paesaggistici stanno bloccando ogni iniziativa mentre non sono stati per nulla considerati quando sono state sbancate intere colline a Fiastra e Bolognola per costruire le SAE"

Il Commissario ha obiettato come non sia possibile modificare la legge che ritiene abusivi chi si è autocostruito una casetta, "facendo risparmiare allo Stato anche 60mila euro" sostengono i comitati che hanno proposto soluzioni alternative alle demolizioni.

1) escludere dalla “demolizione” tutti quei terremotati che non possono presentare le domande per cause non dipendenti dalla loro volontà (perimetrazione in atto, scheda non consegnatagli etc);
2) Sensibilizzare organi competenti al fine di evitare che gli accertamenti sfocino nel penale
3) Continuare a rilasciare il CAS (contributo di autonoma sistemazione) a queste persone
4) Assegnargli d’urgenza una Sae nel loro comune di residenza seppur non l’avessero chiesta finora. 

Il commissario De micheli invierà, ai sindaci ed agli enti interessati, una lettera chiarificatrice comprensiva delle richieste accordate soprattutto in tema di termini di presentazione di domanda e di sensibilizzazione sulle eventuali ripercussioni legali, mentre il capo dipartimento della Protezione Civile Borrelli verificherà urgentemente le opportunità di collocazione nelle Sae libere o negli appartamenti disponibili, per le famiglie terremotate interessate. 

Terremoto, ma che fine hanno fatto le donazioni degli italiani?

Non si placano inoltre le polemiche per l'utilizzo dei fondi degli Sms solidali. I comitati dei terremotati hanno evidenziato al commissario per la ricostruzione come esista ancora la possibilità di utilizzare nel giusto modo i soldi che gli italiani hanno donato.

"Abbiamo chiesto di impiegare i 3,5 milioni di euro (previsti per la grotta sudatoria di Acquasanta) in supporto economico per artigiani, partite iva e piccole imprese, per creazione aree socialmente utili agli anziani, parchi giochi per bambini in ogni area Sae, aule per giovani, promozione turistica di ristoranti, alberghi, negozi, aziende agricole che hanno riaperto in una sorta di TripAdvisor del cratere ed anche attraverso investimenti in strutture turistiche(sciistiche) che devono urgentemente riaprire".

All’attenzione del Commissario è stato portato inoltre il caso degli allevatori che non hanno più foraggio per gli animali poiché i soldi loro spettanti non sono ancora arrivati e non hanno la possibilità di sopperire a questi mancati pagamenti con la vendita del bestiame non avendo più l’utenza.

Dall'ente Agea è stato assicurato come i pagamenti sarebbero stati fatti partire al più presto.

Nuovi sconti sono stati assicurati dal commissario per il caro bollette dei terremotati.

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