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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Italia

Terremoto, il sismologo: "Ecco perché il Centro Italia è stato colpito dal sisma"

Il terremoto non è un imprevisto, 25 milioni di italiani vivono in zone ad alto rischio: così mentre l'Appennino si allarga di 5 millimetri l'anno la prevenzione è l'unica strada da seguire. L'intervista ad Alessandro Amato già direttore del centro nazionale terremoti dell'Ingv

Le immagini della zona rossa di Castel Sant'Angelo sul Nera

Ha citato due eventi simili per intensità che hanno avuto però esiti molto differenti: l'ecatombe di Amatrice contrasta con quello che è apparso ai più un miracolo nelle Marche dove il terremoto non ha fatto morti, cosa è cambiato? Ci sono norme diverse da Regione a Regione?

"Sicuramente la scossa delle 19.10, più piccola che ha preceduto quella delle 21.18, ha contribuito ad allertare gli abitanti che avevano già lasciato le proprie abitazioni. Va ricordato, il terremoto non uccide, lo fanno le case che crollano. E a Castelsantangelo, così a Ussita e Visso la devastazione è stata minore.

Ciò può dipendere da molti fattori ma è da ricordare come le normative fossero più stringenti ad Amatrice classificata a rischio sismico già da decenni. Credo che l'esempio migliore possa venire da Norcia, toccata da entrambi gli ultimi eventi sismici, ma che ha risposto bene così ad Agosto e così il 26 ottobre.
Tuttavia, in attesa di più dati ad oggi si possono avanzare  ipotesi come migliori lavori di adeguamento sismico in un territorio che aveva sperimentato nel 1997 il terremoto di Colfiorito, lo stesso che danneggio gravemente anche la basilica di Assisi
".

Terremoto tra Marche ed Umbria, la violenza delle scosse

A titolo di esempio si può citare la sistematica prevenzione antisismica che viene attuata in Giappone. Qui dopo il catastrofico terremoto di Kobe del 1995, in cui una scossa di magnitudo 7 causò la morte di oltre 5500 persone e danni per più di 100 miliardi di dollari, la città e le sue infrastrutture sono state ricostruite con tecniche innovative improntate alla sicurezza sismica. Quando nel 2013 la città di Kobe fu nuovamente colpita da un terremoto di magnitudo 6.3, pari a quello verificatosi a l'Aquila nel 2009, si è potuta rilevare l’utilità delle azioni volte alla mitigazione del rischio. Il sisma ha infatti provocato 22 feriti in una città popolata da oltre un milione e mezzo di abitanti, a fronte dei 309 morti e più di 1500 feriti dell’Aquila, su una popolazione venti volte inferiore.

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