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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Modena

Cna: 39% aziende colpite da sisma ancora chiuse

Drammatica analisi della Confederazione nazionale dell'artigianato nelle province colpite dallo sciame sismico. Delle aziende ferme, il 41% ritiene di non poter riprendere i lavori ancora per almeno 6 mesi

E' una dura fotografia per l'economia dell'Emilia e delle province di Mantova e Rovigo quella scattata dalla Confederazione nazionale dell'artigianato. Uno studio sulle aziende colpite dallo sciame sismico spiega infatti che il 39% delle attività imprenditoriali colpite dai terremoti non ha ancora riaperto e di queste il 41% non riaprirà prima di sei mesi. 

Se consideriamo, poi, che solo in Emilia le aziende colpite dal sisma sono state il 55% - e che il 13% ha riportato danni gravi - ecco che il settore artigianale della zona ha di fatto perso il 43% del suo giro d'affari. 

E' questo il risultato di un'indagine Ipsos Public Affairs per conto della Cna, la Confederazione nazionale dell'artigianato, su un campione significativo di artigiani e piccole e medie imprese nelle province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo.

LO STUDIO - 

"In questo momento - secondo quanto emerge nel sondaggio - il problema più urgente da risolvere è la certificazione della agibilità dei locali per poter riprendere a lavorare".

I DATI - La sola area prossima all'epicentro genera il 10% del prodotto interno lordo dell'Emilia Romagna e circa il 30% delle sue esportazioni, con un impatto sul Pil italiano superiore all'1,5%.

Complessivamente, per le imprese interpellate da Ipsos, l'Italia appare un paese incapace di fare prevenzione, che brilla nell'emergenza e quindi nelle attività di soccorso ma poi comincia a perdersi già nella prima fase post-emergenza. Nei comuni colpiti il 59% del campione ritiene l'Italia incapace di prevenire i disastri con una punta del 60% nelle provincie di Mantova e Rovigo.



FASE POST-EMERGENZA - Negativa è invece la valutazione della fase post-emergenza, a cominciare dalla ricostruzione, su cui pesano i timori di lungaggini burocratiche, corruzione e speculazione, mentre le aziende direttamente colpite dal sisma pongono sul banco degli accusati gli enti locali e l'industria manifatturiera anche la scarsità di fondi.



 

 

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