Terremoti, "più di metà degli immobili italiani fatti prima delle norme anti-sismiche"
Il 60% del patrimonio edilizio italiano è stato costruito prima della legge che ha introdotto nel 1974 le norme tecniche per la costruzione in aeree sismiche, dicono i geologi. Serve prevenzione: così si riducono i costi generali e si limita il rischio di perdite umane
Il cuore dell'Italia trema di nuovo, le case si accartocciano su stesse, le macerie seppelliscono corpi e ricordi di una vita. Il terremoto del 24 agosto 2016 è un'altra ferita, un'altro dramma che si aggiunge a un elenco luttuoso: Emilia, l'Aquila, Umbria, Irpina, Friuli, Belice e purtroppo tanti altri. Il terremoto colpisce all'improvviso e l'unica arma è la prevenzione. Lo sostengono oggi con ancora maggior forza i geologi italiani.
SERVE SICUREZZA - "Oggi, come ogni volta accade in queste occasioni, si rimane di nuovo attoniti di fronte a tanta insipienza, che offende le coscienze e l'etica di un popolo che da sempre è costretto a subire la triste convivenza con questi fenomeni - ha concluso il geiologo -, mentre vorrebbe vivere in un Paese moderno, evoluto, dove questi problemi sarebbero affrontati con logica programmatica da parte del governo e non solo nella fase dell'emergenza", afferma Paolo Spagna, consigliere nazionale dei geologi e vice presidente della Fondazione Centro Studi del consiglio. "Il 60% del patrimonio edilizio italiano è stato realizzato prima della Legge 64/1974, che ha introdotto le norme tecniche per la costruzione in aree sismiche, per cui è evidente la vastità del costruito potenzialmente coinvolto e l'enorme impegno economico, pubblico e privato, che deve essere messo in campo per dare loro sufficiente sicurezza", spiega Spagna.
PREVENZIONE FONDAMENTALE - "Un Paese che rispetta le legittime aspettative di sicurezza della sua popolazione è anche in grado di chiamare a raccolta tutte le migliori professionalità tecniche di cui dispone, accademicamente preparate allo studio dei fenomeni sismici e lavorare con loro, fianco a fianco, per la soluzione dei problemi o perlomeno per ridurne il rischio". In questo panorama "davvero preoccupante", lo Stato giustamente "continuare a supportare con incentivi e detrazioni fiscali tutte queste opere antisismiche, ma purtroppo non basta". La prevenzione è la via maestra da seguire, dice Spagna. Il perché è semplice: "Riduce fino al 10% i costi generali e limita il rischio di perdite umane tra i 22 milioni di persone che vivono in zone ad elevato rischio sismico".
IL COSTO DELLA RICOSTRUZIONE NEL DOPOGUERRA - La mancata prevenzione del rischio sismico è costata all'Italia dal dopoguerra ad oggi quasi 200 miliardi di euro, ricorda Spagna, e un numero impressionante di vittime. "Non possiamo più continuare così. Servono tra l'altro leggi snelle, che semplifichino l'iter burocratico di avvio dei lavori nelle zone terremotate, cogliendo ciò che di buono è stato fatto per esempio dopo il terremoto in Emilia-Romagna del 2012, a seguito della Legge 122/2012 di conversione del DL 74/2012, ma che prevedano soprattutto la preventiva necessità di indagare il sottosuolo e la propagazione locale delle onde sismiche prima di ogni intervento di messa in sicurezza statica degli edifici".
"NESSUNO HA LA BACCHETTA MAGICA" - L'unica arma è quindi la prevenzione: "Chissà per quanto tempo, a valle di quest'ultimo evento sismico che ha colpito il centro Italia sentiremo parlare di sicurezza sismica - ha sottolineato Spagna - di sicurezza degli edifici, di necessità di intervenire per prevenire i crolli, di vite umane coinvolte, di patrimonio immobiliare inadeguato, di mancata prevenzione e via di questo passo. Ancora una volta si ripartirà da zero, come se fossero cose mai dette, come se gli esperti del settore avessero in passato giocato con i dati statistici e le mancate condizioni di protezione, come se la popolazione intera si potesse prendere in giro disattendendo puntualmente le promesse con la scusa delle risorse insufficienti, mentre sappiamo che ciò che manca è la volontà di affrontare in modo serio e fino in fondo il tema del rischio sismico, per il quale, onestamente, nessuno ha la 'bacchetta magica' che risolve tutti problemi con un tocco".