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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca L'Aquila

Terremoto, tangenti per la ricostruzione: sette arresti a L'Aquila

In manette pubblici ufficiali, tecnici progettisti ed imprenditori: avevano creato un'associazione a delinquere per garantirsi il monopolio degli appalti sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 attraverso una corruzione diffusa

L'AQUILA - Pubblici ufficiali, tecnici progettisti ed imprenditori: sono 7 gli arresti eseguiti dal corpo forestale dell'Umbria nel merito dell'operazione "Earthquake" che ha sgominato un sistema di corruzioni che lucrava sui lavori per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Aquila. Sequestrati 330 mila euro ritenuti profitto del reato di corruzione. 

TANGENTI PER I LAVORI DI RICOSTRUZIONE. Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno preso il via dalle dichiarazioni rese alla Forestale da un imprenditore umbro, aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione del Comune di Bussi sul Tirino per un valore di 8 milioni di euro. Ha sostenuto che il direttore dei lavori gli aveva chiesto una tangente pari al 12% degli appalti, ossia 960.000 euro, da dividere con altri tecnici coinvolti.

Le indagini del Corpo Forestale dello Stato con intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni presso le sedi umbre delle società di costruzione e acquisizioni documentali negli uffici tecnici della ricostruzione del Cratere Aquilano, oltre agli interrogatori di altri testimoni, hanno svelato quello che per gli inquirenti è un piano - così definito dagli stessi indagati nelle loro conversazioni - per gestire in modo unitario e sistematizzato l'attività edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009.

6 aprile 2009: il crollo de L'Aquila

CANTONE: "PIU' INTERCETTAZIONI CONTRO LA CORRUZIONE, LA PRIVACY NON VALE PER CHI RUBA"

IL "PIANO" PER IL MONOPOLIO DEGLI APPALTI. Il metodo era l'aggiotaggio e la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione per assumere una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche corrompendo pubblici ufficiali,e per imporre "condizioni contrattuali capestro" tali da costringere le ditte edili a versare grosse somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione. 

La Procura ha contestato anche l'associazione a delinquere oltre ai reati di corruzione, induzione a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e falso.

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