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Venerdì, 29 Marzo 2024
Terremoto

"Un miracolo che il sisma non abbia fatto vittime, ma dobbiamo aspettarci altre scosse"

Secondo Gianluca Valensise, ricercatore dell'Ingv, "questo terremoto ci insegna come siano possibili più scosse in replica anche di magnitudo elevata". E Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, avverte: "Nessuno può prevedere cosa accadrà"

"Dal 1980, terremoto dell'Irpinia magnitudo 6.9, non si registrava una scossa così forte in Italia, come quella di oggi tra Macerata e Perugia di magnitudo 6.5": lo ha spiegato Gianluca Valensise, dirigente di ricerca dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre del 1980 segnò infatti magnitudo 6.9, prima ancora nel '76, il 6 maggio, in Friuli scosse intorno a magnitudo 6.4-6.5. Successivamente il livello di magnitudo registrato è di 5.9 in Emilia nel maggio 2012, 6.3 all'Aquila il 6 aprile 2009, terremoti nel Parco nazionale dell'Abruzzo intorno al 5.8-59. O Colfiorito del 97 iniziato il 26 settembre 1997 con diverse scosse fino a magnitudo 6.

"E proprio questo terremoto di Colfiorito - ha spiegato l'esperto - insegna come siano possibili più scosse in replica anche a distanza di tempo di magnitudo elevata. Tre furono le scosse importanti: due il 26 settembre e una il 14 ottobre. Anche nel 1783 in Calabria cinque grandi scosse nell'arco di due mesi".

"I terremoti italiani preferiscono venire a grappoli piuttosto che isolati, anche se - ricorda - i terremoti molto grandi possono venire anche isolati, come quello dell'irpinia del 1980, a Messina il 28 dicembre del 1908 di magnitudo 7.1 e Avezzano 13 gennaio 1915 magnitudo 7".

Terremoto Centro Italia 30 ottobre 2016

Il centro Italia non ha pace dal 24 agosto, Amatrice e Arquata, scossa di magnitudo 6.0, il 26 ottobre due scosse 5.4, e 5.9 nel maceratese, al confine con la provincia di Perugia, oggi 6.5 epicentro Norcia, tra le province di Perugia e Macerata. Cosa sta succedendo? "Si tratta della stessa struttura dell'altro giorno che continua a muoversi, che scivola vesto il basso. E' come se fossero grossi blocchi di roccia che vanno verso il basso di 15-20 centimetri, e quando vanno verso il basso spaccano nuove rocce  e producono terremoti", ha spiegato a a Rainews il geologo Mario Tozzi.

Terremoto 26 ottobre (Ansa)

E sempre Tozzi, ma questa volta alla Stampa, ha aggiunto: "Si è attivato un nuovo segmento della stessa struttura che si era già attivata nel terremoto di Amatrice e di Ussita, probabilmente è la stessa faglia o una faglia gemella che non aveva finito di scaricare l'energia che aveva accumulato nel corso del tempo e che corrisponde all'abbassamento di gravità migliore rispetto a quello di prima, quando le rocce cercano quest'assestamento si rompono lungo le faglie e così si scatenano i terremoti."

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"E' una scossa molto forte - ha spiegato ancora Tozzi - , bisogna considerare che quella dei terremoti è una scala logaritmica: un terremoto di 6.5 è diverse volte più potente e diverse decine di volte più distruttivo rispetto ad un sisma di 6.3 come quello che ha colpito L'Aquila. Al momento attuale è davvero un miracolo che non ci siano vittime e che i feriti siano relativamente pochi". 

E come al solito, conclude il geologo, nessuno può fare previsioni. L'unica cosa certa è che gli abitanti "si devono aspettare nuove scosse: nuove repliche nella migliore della ipotesi o nuove scosse forti. L'unica cosa da fare è tenersi lontani da quelle zone". 

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