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Giovedì, 18 Aprile 2024
Terremoto

Terremoto di San Giuliano, l'appello del sindaco: "Il governo risarcisca le vittime"

L'appello del sindaco di San Giuliano di Puglia al premier Renzi: serve un provvedimento straordinario per le famiglie dei 27 bimbi morti dopo il crollo della scuola elementare durante il terremoto del 2002. L'alternativa è la bancarotta del comune

Sono passati quasi 13 anni da quel tragico 31 ottobre 2002, quando un terremoto di magnitudo 6 colpì la provincia di Campobasso. Quella scossa fece crollare l'intero edificio della scuola elementare "Francesco Jovine" di San Giuliano di Puglia. Nonostante gli sforzi dei soccorritori morirono 27 bambini e un'insegnante. Diverse vittime si erano riparate sotto i banchi al momento del sisma, ma incontrarono ugualmente una morte atroce, schiacciate dal tetto. La scuola fu l'unico edificio a crollare completamente.  Oggi è stato lanciato un appello al premier Renzi e al presidente della Repubblica Mattarella, perché nonostante la Cassazione abbia condannato i reponsabili di quella tragedia, le famiglie delle vittime ancora non sono state risarcite. A farlo è stato l'attuale sindaco di San Giuliano di Puglia, Luigi Barbieri, che ci spiega cosa è successo in questi anni: 

"Nel 2010 la sentenza della Cassazione ha condannato in via definitiva cinque responsabili per il crollo della scuola: l'ex sindaco, l'ex tecnico del comune, un progettista e due imprese. Tutti condannati al risarcimento delle vittime, in quanto operavano come rappresentanti dell'amministrazione. Sono uscite le prime 18 sentenze e presto arriveranno le altre: la cifra stimata dell'indennizzo è di 35 milioni di euro. Ovviamente i cinque responsabili si sono disfatti di tutto e non hanno più intestato nulla. Noi come comune abbiamo un bilancio annuale di 400mila euro: immaginate se dovessimo risarcire una somma simile cosa succederebbe. L'unica soluzione possibile per andare incontro alle richieste delle famiglie delle vittime è quella di un provvedimento straordinario, altrimenti dovremo dichiarare il dissesto dell'amministrazione"

Terremoto a San Giuliano di Puglia | Foto Infophoto

Prima di dichiarare il dissesto il comune sarà costretto a mettere in vendita i propri beni: il villaggio temporaneo del paese (realizzato per ospitare più di mille persone rimaste senza casa dopo il terremoto del 31 ottobre 2002), la piscina, il palazzetto dello sport, il centro anziani, il museo. Il recupero di tali somme attraverso l'asta degli immobili di proprietà, così come prevede la legge, deve avvenire entro il nuovo anno. "Un provvedimento simile è già scattato per le vittime della strage di Viareggio. Ma credo che in questo caso ci sia una ragione in più: parliamo di una strage in una scuola pubblica e dell'obbligo. Lo Stato ha già fatto molti sforzi per la ricostruzione (siamo uno dei pochi esempi in questo senso) ma ora bisogna fare l'ultimo passo. Il comune dopotutto è un piccolo pezzo di Stato e quindi non va lasciato solo. Tutti quegli appelli che ci hanno fatto risollevare devono tradursi in fatti"

Il contributo straordinario andrebbe inserito nella legge di Stabilità?

"E' il momento giusto: si stanno per stanziare 27 miliardi di euro. Un provvedimento per il nostro comune sarebbe facile, visto che parliamo di una cifra che risolverebbe la situazione. Ma soprattutto al danno della tragedia non si può aggiungere la beffa di una sentenza che condanna ma che ancora non è stata attuata"

La vostra battaglia coinvolge anche altre associazioni e realtà di parenti di vittime di tragedie. Come quella del terremoto de L'Aquila.

"Ci incontreremo con l'associazione Vittime universitarie sisma (Avus) all'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in questi giorni. Ma in realtà siamo in continua comunicazione e abbiamo tutti lo stesso obiettivo. Sappiamo, in qualche modo, che i genitori delle vittime del terremoto de L'Aquila si ritroveranno nella nostra stessa situazione tra qualche anno. Per garantire la propria credibilità lo Stato ha il dovere di intervenire"

Renzi ha fatto della scuola e dell'edilizia scolastica una delle sue priorità politiche dopotutto...

"Il premier dice di avere molto a cuore la prevenzione e l'edilizia scolastica. Ma in realtà oggi non conosciamo il reale stato di salute delle nostre scuole. Dopo il terremoto di San Giuliano si disse che si sarebbe attivata la procedura per la riapertura dell'Osservatorio nazionale sull'edilizia scolastica. Ma a oggi non ci sono dati ministeriali sul tema: ci sono i report delle associazioni e di chi, come noi, si impegna per migliorare la società civile. Grazie a queste analisi sappiamo che molti edifici non sono a norma, mancano i certificati di agibilità, collaudi e impianti. Dopo la tragedia che abbiamo vissuto l'opinione pubblica ha compreso a fondo l'importanza del tema. Ma nei fatti la maggior parte degli edifici scolastici sono ancora a rischio. Va fatto ancora molto lavoro: quando succedono tragedie si fanno molti proclami. Ebbene, non sono sufficienti. Siamo tutti consapevoli che nessuno ha la bacchetta magica e che certi problemi non si risolvono all'improvviso. Ma l'anagrafe degli edifici scolastici deve essere una prioritàBisogna operare e attivarsi, soprattutto su un tema così importante: dobbiamo essere certi che se mandiamo i nostri figli a scuola, li rivedremo"

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