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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Perugia

Terremoto nel Centro Italia, ancora scosse: paura anche nelle tendopoli

Per tutta la notte la terra ha continuato a tremare tra il Lazio, le Marche e l'Umbria. Le scosse più forti alle 4.32 e alle 4.33 di magnitudo 5.1 e 5.4. L'epicentro nella zona di Norcia, il provincia di Perugia. In tutto sono stati 39 gli eventi sismici di magnitudo pari o maggiore di 3.0

ROMA - Continua a tremare la terra tra il Lazio, le Marche e l'Umbria. Nella notte l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha registrato numerose scosse nelle province di Rieti, Ascoli Piceno, Perugia, L'Aquila e Teramo: 39 gli eventi sismici localizzati di magnitudo pari o maggiore di 3.0. I più forti sono avvenuti nella zona di Norcia (PG) con magnitudo 5.1 e 5.4.

LE CAUSE DELLO SCIAMO SISMICO - Una grande parte del territorio italiano è posto su una micro placca tettonica chiamata "adriatica" che coincide a Ovest con la dorsale appenninica, si spinge a Nord sulle Alpi orientali e poi ridiscende verso Sud lungo i Balcani e la Grecia occidentale. Questa sorta di "promontorio", facente parte della placca africana, spinge contro la placca europea e l'attrito genera quel tipo di terremoto che alle 3.36 del 24 agosto ha colpito il Reatino, del tutto analogo a quello che hano generato il sisma dell'Aquila del 2009 e di Colfiorito nel 1997. La spiegazione è stata data dalla direttrice della struttura terremoti dell'Ingv, Daniela Pantosti, e dai sismologi Alessandro Amato e Massimo Cocco.

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FAGLIA SISMICA - "In sostanza - ha detto Amato -, la parte adriatica e la parte tirrenica si allontanano lentamente, a causa di rotazione di blocchi geologici, con una velocità di 3, 4, 5 millimetri per anno, che sembra una cosa piccola ma in realtà, se ragioniamo in tempi geologici, dopo cento o duecento anni i millimetri son diventati metri. Questo significa che c'è abbastanza energia, lungo le faglie che abbiamo in Appennino, per farle muovere. Le faglie resistono fino a che possono e poi devono sbloccarsi, scattano e provocano un terremoto. In questo caso è avvenuto un terremoto di magnitudo 6 in una faglia lunga circa 20, 25 Km, con uno spostamento che sarà di qualche decimetro da una parte rispetto all'altra". Il terremoto del 24 agosto si è dunque verificato in una "zona sismica ben nota - ha aggiunto Massimo Cocco -, che è al più alto livello di pericolosità sismica. Nella classificazione sismica è infatti la 1, la più alta", quella in cui "tutti gli edifici nuovi devono essere costruiti con criteri antisismici. Il problema - ha sottolineato Cocco - è che in quelle zone di edifici nuovi ce ne sono ben pochi e addirittura il 50% delle scuole è stato costruito prima del 1980, quindi senza alcun criterio antisismico".

"Prima e dopo" il sisma: Amatrice è distrutta

LA SITUAZIONE - Sono circa 4370 gli uomini e le donne appartenenti alle diverse strutture operative di Protezione Civile, ai centri di competenza tecnica scientifica o alle aziende erogatrici di servizi essenziali, dispiegati sul territorio. A questi si aggiunge tutto il personale delle amministrazioni territoriali delle aree colpite dal sisma nonché quello delle colonne mobili attivate da fuori regione (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Molise, Emilia Romagna, Toscana) per portare aiuto. In particolare, 880 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, 379 appartenenti alle Forze Armate e oltre mille alle Forze di Polizia, a cui si aggiungono 262 unità di personale della Croce Rossa Italiana e circa 570 uomini e donne delle organizzazioni di volontariato nazionale, nonché 540 del volontariato locale di Lazio, Marche e Umbria.

Terremoto ad Amatrice (Foto Ansa)

ESPERTI SUL CAMPO - Ammonta a un totale di 170 il personale dei diversi centri di competenza tecnica e scientifica - Ispra, INGV, Enea, Cnr, ma anche la Direzione Generale Dighe del Ministero Infrastrutture e Trasporti; circa 200 unità di personale in campo per le aziende erogatrici dei servizi di luce e gas; altrettante per gli operatori di telefonia e circa 120 per la viabilità. 

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