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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lotta all'Isis

Isis, l'Italia vede nero: "Estremo allarme per la sicurezza dello Stato"

Lo ha detto il gip di Milano, Manuela Cannavale, dopo i sei arresti per terrorismo in Lombardia. Uno dei jihadisti intercettato: "Voglio colpire l'ambasciata di Israele"

La "chiamata alle armi" destinata Abderrhaim Moutharrik, campione di kick boxing e presunto terrorista arrestato questa mattina a Lecco, ha fatto scattare un "estremo allarme per la sicurezza dello Stato e, comunque, per la sicurezza internazionale".

Lo sottolinea il gip di Milano, Manuela Cannavale, nell'ordinanza di custodia cautelare disposta questa mattina nei confronti di 6 persone, compresa la coppia - italiana lei, marocchino lui - che oltre un anno fa ha lasciato la propria residenza di Bulciago, paese in provincia di Lecco, per raggiungere la Siria e unirsi ai combattenti dell'Is.

La "chiamata alle armi" è rappresentata dalla "tazkia", una sorta di raccomandazione necessaria per essere arruolati nelle milizie del Califfato.

"L'assoluta determinazione degli stessi a compiere attentati - sottolinea ancora il giudice milanese - emerge dallo stato d'animo eccitato ed insieme onorato e gioioso" dello stesso Moutaharrik, che manifesta tutta la sua "esaltazione" per aver ricevuto un "poema bomba" da parte di "un personaggio di spicco dell'organizzazione terroristica, denominato Sceicco o Principe", che gli aveva ordinato di compiere un attentato a Roma.

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"VOLEVA COLPIRE ISRAELE" - L'ambasciata di Israele a Roma: era questo l'obiettivo del presunto terrorista Abderrhaim Moutharrik, marocchino esperto di kick boxing arrestato questa mattina a Lecco insieme alla moglie, la connazionale a marocchina Salma Bencharki.

L'arsenale dell'Isis

In una conversazione intercettata dagli inquirenti il 6 febbraio scorso, il presunto terrorista illustra i suoi propositi ad Abderrahmane Khachia, altro marocchino residente a Brunello, provincia Varese, finito in carcere nell'operazione di questa mattina: "Voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere) Israele a Roma", assicura Moutaharrik. Che precisa: "Sì,l'Ambasciata". Per questo, aggiunge, "sono andato da un ragazzo albanese a Varese e gli ho detto di procurarmi una pistola, la volevo comprare da lui e forse lui si è insospettito di me e mi ha girato le spalle".

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