Allarme terrorismo: "Seri rischi di infiltrazioni tra gli immigrati"
Il ministro degli Esteri Gentiloni a Londra per il vertice della coalizione anti Isis. "I nostri apparati di sicurezza sono allertati e funzionano, ma non si può abbassare minimamente la guardia". Arrestato un presunto terrorista all'aeroporto di Catania. E un medico italiano è irreperibile in Libia
ROMA - A Londra per partecipare alla riunione dei ventuno ministri degli Esteri della coalizione internazionale anti Isis, Paolo Gentiloni ha fatto il punto sull'impegno italiano contro i jihadisti dello Stato islamico e ha lanciato l'allerta: "Ci sono dei rischi di infiltrazione, anche notevoli, di terroristi dall'immigrazione. Per fortuna i nostri apparati di sicurezza sono allertati e funzionano, ma questo non ci consente di abbassare minimamente il grado di preoccupazione".
"In Occidente - ha aggiunto il titolare della Farnesina - c’è un moltiplicarsi e un rafforzarsi dell’impegno contro queste nuove forme di terrorismo, un terrorismo che si fa Stato, con anche Al Qaeda che torna prepotentemente e con Boko Haram che in Nigeria fa cose terribili. Così ci si aspetta anche dai Paesi islamici".
L'ARRESTO A CATANIA E IL MEDICO IN LIBIA - Proprio oggi un cittadino albanese è stato arrestato all'aeroporto di Catania con documenti falsi e una pen drive contenente foto in cui imbraccia il kalashnikov: voleva salire su un volo per Londra. Dai controlli è emerso che era già stato denunciato il 13 gennaio a Malpensa perché trovato anche in quell’occasione in possesso di documenti falsi con i quali voleva salire a bordo di un aereo per la capitale britannica. Lo stesso Gentiloni, reduce dal rilascio delle cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, ha confermato il caso di un italiano scomparso in Libia, senza sbilanciarsi sull'eventualità di un sequestro. Secondo indiscrezioni, l'uomo sarebbe un medico operante nel Paese nordafricano. "Seguiamo il caso con il riserbo che è consueto in questi casi", ha spiegato il ministro. Sulla possibilità di una legge sui viaggi a rischio, "valuteremo - ha aggiunto - se ci sono proposte. Serve grande chiarezza nelle regole, nelle indicazioni, e nei divieti, dopo di che lo Stato alla fine interviene anche a salvare i suoi cittadini".
IL VERTICE DI LONDRA - A pochi passi da Buckingham Palace, oggi si sono incontrati i capi delle diplomazie dei Paesi occidentali e arabi più coinvolti nella lotta agli jihadisti dell'Is, in una coalizione a cui aderiscono circa sessanta paesi. In particolare, i ministri degli Esteri di Usa, Regno Unito, Australia, Bahrein, Belgio, Canada, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Iraq, Italia, Giordania, Kuwait, Norvegia, Paesi Bassi, Qatar, Arabia Saudita, Spagna, Turchia, Emirati Arabi. I risultati del vertice verranno poi presentati in una conferenza stampa al Foreign Office britannico. Il ministro Gentiloni, dopo la riunione, tornerà subito in Italia, per la riunione del Consiglio dei ministri che discuterà appunto di terrorismo, missioni internazionali e progetti di cooperazione.