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Sabato, 20 Aprile 2024
Il blitz anti terrorismo / Napoli

Rete neonazista attiva in Italia: addestramenti con le armi e sul web propaganda fascista

Quattro persone sono state arrestate in Campania, una quinta è sotto indagine a Roma. Farebbero parte dell'Ordine di Hagal. I controlli si sono estesi a tutto il territorio nazionale, con perquisizioni domiciliari e informatiche

Un'associazione con finalità "di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista" è stata smantellata oggi, 15 novembre 2022, in Campania. Quattro persone sono state arrestate tra Napoli, Caserta e Avellino.  Disposto anche l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di un'altra persona, a Roma, gravemente indiziata di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Eseguite anche una trentina di perquisizioni personali domiciliari e informatiche su tutto il territorio nazionale.

L'associazione si chiama "Ordine di Hagal" e ha sede a Marigliano, in provincia di Napoli. Gli affiliati per l'accusa volevano compiere "eclatanti azioni violente" sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle forze di polizia.

operazione antiterrorismo polizia

Cosa è l'Ordine di Hagal e perché si parla di terrorismo

Gli inquirenti definiscono l'"Ordine di Hagal come un'associazione sovversiva di stampo neonazista, negazionista e suprematista.

Le indagini sono state avviate nel 2019 e già a maggio e ottobre 2021 erano culminate nell'esecuzione di 30 perquisizioni. L'ordinanza emessa oggi dal gip del tribunale di Napoli, su richiesta della Procura partenopea, è stata eseguita da Digos e Direzione centrale della Polizia di prevenzione-Ucigos.

Gli arrestati sono accusati di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico. Avrebbero "costituito, organizzato, promosso e finanziato un'associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web dell'associazione Ordine di Hagal e l'utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti, istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa".

Sono anche indagati per "propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull'odio razziale ed etnico, e istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici, fondati anche sulla minimizzazione in modo grave e sulla apologia della Shoah".

Odine di Hagal

La quinta persona è stata invece sottoposta all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma. Secondo l'accusa attraverso Facebook "scambiava, diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web, in modo che derivasse concreto pericolo di diffusione, di ideali neonazisti e suprematisti fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull'apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra". 

L'addestramento con le armi e l'apologia del Fascismo

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori gli appartenenti all'Ordine di Hagal promuovevano campagne di apologia del Fascismo, negazionismo della Shoah, incitazione all'odio razziale e all'antisemitismo attraverso chat e canali sulle principali piattaforme di messaggistica istantanea, in particolare Telegram sul quale esisteva un canale denominato "Protocollo 4". Parallelamente, svolgevano attività di addestramento paramilitare, anche frequentando all'estero corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all'utilizzo di armi da fuoco.

Altre 26 perquisizioni personali, domiciliari e informatiche sono state seguite nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza
Crotone, nei confronti di altre persone (alcune indagate) perché in contatto con le persone arrestate attraverso i social e i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.

Nella rete dei neonazisti degli insospettabili

"Le persone indagate conducevano una vita assolutamente normale, hanno fondato questa associazione spirituale religiosa denominata Ordine di Hagal per entrare nella quale era necessario fare un giuramento, un rito iniziatico, si trattava di un'associazione organizzata in cinque livelli, quindi in maniera verticistica, e caratterizzata da una forte compartimentazione, sia verso l'esterno sia anche all'interno. Più alto era il livello gerarchico che occupavi e più eri messo aconoscenza di quello che era il progetto dell'organizzazione", souega Antonio Bocelli, dirigente della Digos.

"Il progetto dell'organizzazione - ancora Bocelli - era quello di propagandare essenzialmente ideologie naziste, contro la religione ebraica, negazionismo della Shoah, finalizzata sostanzialmente a porre in essere delle iniziative per il sovvertimento dell'ordine democratico. Dalle attività di intercettazione è emerso come alcuni membri dell'Ordine di Hagal siano andati a fare dei corsi di addestramento e combattimento corpo a corpo, in particolare utilizzando il krav maga, un sistema di tecniche di combattimento e anche addestramento all'uso delle armi, sia corte che lunghe. Avevano anche ottenuto dei diplomi facendo questi corsi all'estero. Sono emersi anche una serie di contatti, in merito al discorso dell'addestramento con le armi, anche con i reparti più estremisti, nazisti, tipo Battaglione Azov, Misantrophic division e Centuria". 

Tra il materiale sequestrato "armi bianche, pistole replica, un'ampia pubblicistica d'area con libri sul suprematismo bianco, su Mussolini, su Hitler, foto di entrambi, bandiere, un'ampia pubblicistica d'area".

L'attentato contro la caserma dei carabinieri

Era la caserma dei carabinieri di Marigliano l'obiettivo individuato dagli appartenenti all'Ordine di Hagal secondo gli inquirenti.  "La volontà di compiere un attentato nei confronti della caserma resta comunque soltanto dichiarata, poiché non risulta alcuna condotta attiva che facesse pensare che gli associati stessero realmente organizzando un attentato o un'azione violenta", si legge nell'ordinanza.

L'indagato che combatte in Ucraina

Uno degli indagati, destinatario di una misura cautelare di custodia in carcere, si è reso irreperibile. Si tratta di un cittadino ucraino, Anton Radomosky, 27enne originario di Ternopil' ma domiciliato in Italia, a Marigliano, dove risiede il padre. Per l'accusa Radomosky aveva il compito di procurare armi e contribuire all'addestramento militare degli associati. È grazie al 27enne che la cellula campana aveva contatti con ambienti eversivi e paramilitari a sfondo neonazista operanti in Ucraina: Radomsky, in particolare, avrebbe offerto la propria "intermediazione" tra l'Ordine di Hagal e gruppi neonazisti come il Battaglione Azov, particolarmente attivo nel contesto della guerra del Donbass.

I magistrati sostengono che Radomsky, insieme a un altro indagato, Gianpiero Testa, 25enne di Marigliano, finito in carcere, si dichiarava "pronto a compiere azioni militari terroristiche con armi ed esplosivi nei confronti dei carabinieri o contro obiettivi civili". 

Testa custodiva in casa, esposta sul frigorifero, una foto che lo ritraeva con Radomsky, mentre impugnavano armi lunghe. In alcuni video i due effettuavano insieme esercitazioni a fuoco al poligono ed entrambi si erano recati più volte in contesti di guerra. Tra l'altro Radomsky sarebbe risultato in possesso di alcune armi, tra cui una granata.

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