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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Terrorismo, decine i jihadisti rientrati dal fronte: "Italia a rischio"

Almeno sessanta, secondo il Prefetto Pansa, i foreign fighters rientrati nel nostro paese: "L'attenzione è massima ma non c'è nessun parallelismo tra terrorismo e immigrazione"

I foreign fighter, ovvero i combattenti stranieri ribelli nella guerra civile siriana, censiti nel nostro paese sono circa sessanta. "Sappiamo dove stanno e sappiamo che cinque sono italiani e di famiglie italiane; due hanno doppia nazionalità mentre tutti gli altri sono di nazionalità straniera", ha riferito il Capo della Polizia prefetto Alessandro Pansa nel corso della sua audizione al Comitato parlamentare Schengen precisando che quelli che risiedono in Italia, sono tutti sottoposti ai controlli e alle attenzioni da parte delle forze dell'ordine.

I REDUCI IN EUROPA - "Sono circa tremila i foreign fighter, molti giovani, partiti dai paesi dell'Unione europea verso i teatri di guerra, in particolare la Siria, e buona parte sono rientrati", ha detto ancora Pansa. "Il fenomeno, sebbene risulti una decrescita rispetto al 2014, è complesso e richiede la massima attenzione". I reduci insieme ai cosiddetti lupi solitari, coloro che "decidono di passare all'azione e di appartenere a una organzizzazione terroristica anche senza avere contatti diretti e attraverso una mera adesione" rappresentano le due minacce più concrete del terrorismo di matrice jihadista.

JIHAD E MIGRANTI - Il Prefetto ha inoltre invitato a non credere al "parallelismo tra immigrazione e terrorismo, che non ha nessuna ragion d'essere anche perchè i traffici di esseri umani coinvolgono una molteplicità di organizzazioni, di persone e di strutture che sfruttano la sorte dei migranti". Nel corso dello scorso anno in Italia sono giunti oltre 170 mila migranti, "il più grande flusso migratorio conosciuto dal nostro paese da quando esiste", ha proseguito Pansa, rivendicando la buona gestione di questo imponente flusso umano. "Certo, come per tutto si poteva far meglio - ha aggiunto - ma lo abbiamo gestito senza terrorismo, l'esplodere di epidemie, senza un aumento della criminalità". 

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