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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'altra Tor Sapienza: italiani e migranti che "vanno sulla Luna"

Nello stesso quartiere balzato agli onori della cronaca per le proteste degli abitanti contro il centro che accoglieva i rifugiati, c'è anche un esperimento di convivenza e integrazione: un posto "spaziale"

Tor Sapienza è conosciuta a Roma, ma da qualche tempo la conosce tutta Italia: il quartiere è balzato agli onori della cronaca per le violente proteste degli abitanti contro il centro che accoglieva i rifugiati, che lì ha sede. Nello stessa zona della capitale, proprio nella stessa periferia che è stata definita una "polveriera", c'è anche un esperimento sociale e di convivenza. Prima era una fabbrica di salami abbandonata (la ex-Fiorucci) e dal 2009 è un'occupazione abitativa: si chiama "Metropoliz" e da pochi giorni è on-line un documentario (diretto da Giorgio de Finis e Fabrizio Boni) che ne racconta la storia. Questo è il cantiere di una città nuova, la città dove convivono italiani e migranti e si autogestiscono. Questa è la "città meticcia".

Metropoliz: la casa museo meticcia nella periferia di Roma | Foto di Selene Cilluffo

LA FABBRICA, LA CASA E IL MUSEO - Qui vivono circa duecento persone (italiane, tunisine, peruviane, ucraine, africane e Rom) che hanno imparato a convivere, giorno dopo giorno, trasformando l'ex-fabbrica abbandonata nella loro casa e anche in un museo aperto a  tutta la città. Il MAAM, Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz, è anche la casa di chi occupa l'ex fabbrica e qui le mura e quello che resta dei macchinari che facevano salami sono diventate opere d'arte: murales, installazioni e tante opere dialogano con chi abita lo spazio, proprio come le persone di nazionalità diverse dialogano tra loro per vivere insieme. Grazie al documentario che è stato girato, questa comunità arriverà "sulla luna": 
 

Quando Giorgio de Finis e Fabrizio Boni decidono di girare un film sull'occupazione di Metropoliz, propongono agli abitanti un progetto surreale: costruire un razzo per andare a vivere sulla Luna. È una provocazione che gioca con il delicato tema dell'emarginazione, ma che in realtà ha lo scopo di introdurre la dimensione del sogno, dell'immaginazione e dell'utopia in un contesto che troppo spesso vive un quotidiano schiacciato dal bisogno.


Perché chi è andato ad abitare a Metropoliz prima non aveva una casa o l'aveva persa. Quando ha trovato l'ex fabbrica, oltre a un tetto ha trovato una comunità. La sua storia è raccolta nel film, che proprio perché la porterà nello spazio, si chiama "Space Metropoliz". E solo quando ci arriveranno, "la luna sarà aperta per tutti, senza confini".

GUARDA IL TRAILER DEL DOCUMENTARIO

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