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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Tratta e sfruttamento, al mondo più di una vittima su quattro è minorenne

Il dossier “Piccoli Schiavi Invisibili 2017” di Save the Children approfondisce i dati e i profili delle vittime e degli sfruttatori o offender in vista della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani.

Nel mondo più di una vittima di tratta su quattro è un bambino o un adolescente. Uno studio condotto da Save the Children su un fenomeno "sommerso" per eccellenza rivela numeri allarmanti, analizzando i casi emersi in ben 106 paesi: il dossier "Piccoli schiavi invisibili 2017" approfondisce i dati e i profili delle vittime e degli sfruttuatori o offender, in vista della Giornata Internazionale contro la Tratta di Esseri Umani. 

Su 63.251 casi a livello globale, ben 17.710 riguardano bambini o adolescenti, soprattutto ragazze. Nella sola Europa risultano almeno 15.846 vittime accertate o presunte: le donne rappresentano il 76% e i minori il 15. Come denuncia Save the Children, le forme di sfruttamento principali emerse sono la prostituzione forzata (67%) e lo sfruttamento lavorativo (21%) soprattutto in ambito agricolo, manifatturiero, edile, nei servizi domestici e nella ristorazione. 

In Italia più di mille vittime censite

Nel corso del 2016 le vittime di tratta effettivamente censite e inserite in programmi di protezione in Italia sono state 1.172, di cui 954 donne e 111 minori, in gran parte bambine e ragazze (84%).
Il numero dei minori stranieri non accompagnati giunti via mare in Italia tra il 2015 e il 2016 è raddoppiato, per poi crescere ulteriormente nei primi mesi del 2017. Proprio questi bambini e adoelscenti sono i soggetti maggiormente esposti alle diverse forme di tratta e sfruttamento nel nostro paese. 

“Piccoli Schiavi Invisibili – 2017” | Save the Children

Sfruttamento sessuale e lavorativo

Le vittime under 18 sono soprattutto di nazionalità nigeriana (67%) e rumena (8%). La maggior parte di loro sono finite dell'incubo dello sfruttamento sessuale, con un andamento purtroppo crescente, ma sono purtroppo molto frequenti anche casi di sfruttamento in economie illegali come lo spaccio, lo sfruttamento lavorativo e l'accattonaggio. La drammatica crescita del numero di ragazze costrette a prostituirsi è confermata dai rilevamenti degli operatori delle unità di strada del progetto nazionale "Vie d'Uscite" di Save the Children per il contrasto allo sfruttamento sessuale in alcuni territori chiave della tratta, i quali hanno registrato tra gennaio 2015 e aprile 2016 356 contatti con vittime o potenziali tali, un numero poi cresciuto di quasi 4 volte tra maggio 2016 e marzo 2017, quando i contatti hanno raggiunto quota 1.313, di cui 237 vittime minorenni e 1.076 neo-maggiorenni. In una sola sera, nel maggio 2017, un’ampia rete di attori pubblici e privati della Piattaforma nazionale anti-tratta, ha rilevato circa 3.280 persone in strada vittime di tratta o presunte tali di cui almeno 167 bambine o adolescenti (5,1%).      

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Nel 2016 il numero dei minori soli nigeriani arrivati via mare in Italia è triplicato (3.040), e si è registrata una presenza crescente di adolescenti e bambine anche di 13 o 14 anni, generalmente reclutate con l’inganno nel loro paese di origine, a Benin City o nelle aree rurali e nei villaggi più remoti degli stati dell’Anambra, del Delta e del Lagos. La filiera criminale nigeriana che gestisce la tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Europa e in Italia è basata su fasi e ruoli ben definiti, a partire dalle adescatrici, che operano in Nigeria, dove viene operato il rito voodoo o juju che innesca il meccanismo di ricatto e paura che terrà vincolate le vittime per anni.

Nel loro viaggio verso l’Italia, le ragazzine possono subire ogni tipo di violenza. Una volta nel nostro Paese, sono obbligate a restituire un debito che può arrivare fino a 40-50mila euro, ma devono pagare le maman che gestiscono l’attività di prostituzione in Italia, come pure vitto, alloggio, bollette, vestiti e fino a 150-200 euro al mese per il posto in strada in cui sono costrette a prostituirsi spesso accettando rapporti senza protezione, e con tariffe che in zone più periferiche possono scendere a 10 o 5 euro. 

Le ragazze rumene vittime di sfruttamento provengono soprattutto da contesti socio-economici molto poveri, in alcuni casi senza genitori né tutori, manipolate da coetanee o adulti, con la promessa di un lavoro che poi si rivelerà fasullo. In Italia, dove fatte entrare su mezzi privati via Trieste, vengono fatte prostituire e vivono in un continuo stato di sopraffazione e paura, nel quale sviluppano spesso dipendenze da droghe, alcol e abuso di medicinali. 

Cresce anche il numero di ragazzi dell'Est Europa e quello dei minori bengalesi  vittime dello sfruttamento lavorativo, come pure di quelli che si considerano "in transito" in Italia e si riconsegnano nelle mani di trafficanti e 'passeurs' per proseguire il proprio viaggio verso il nord del continente. Sono proprio loro il volto più frequente tra le vittime di un bussiness criminale che in tutto il mondo muore un giro d'affari di 32 miliardi di dollari, rappresentando la seconda fonte di reddito per le organizzazioni criminali dopo il traffico di droga, e che in tutta Europa ormai conta almeno 12.760 adulti 'offender' sospetti o incriminati, di cui 3.187 donne. 

Chi sfrutta in Italia

In Italia gli adulti sospettati o incriminati per reati connessi alla tratta e allo sfruttamento sono 342, soprattutto uomini di origine rumena (89%), nigeriana (85) e italiana. La Corte d'Appello di Palermo ha segnalato come tra il 2015 e il 2016 si sia registrato un raddoppio dei casi legati alla riduzione e mantenimento in schiavitù, mentre è triplicato quello dei casi legati alla tratta. A Catania i soggetti legati al reato di tratta sono passati addirittura da 1 a 48. Sono 15mila i minori già vittime di sfruttamento coinvolti attivamente in attività come spaccio e prostituzione. La metà hanno tra i 16 e i 17 anni, sono in maggioranza italiani, ma vengono anche da alcuni paesi dell'Africa e dalla Romania. 

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I territori più a rischio

Save the Children lancia poi l'allarme su alcuni territori in Italia, per la crescente esposizione di bambini e adolescenti a rischi gravissimi. In Calabria, ad esempio, ciò è determinato da un numero di sbarchi sempre maggiore, 385 quelli registrati da gennaio 2016 a giugno 2017, con un numero elevato di minori non accompagnati, ben 7.617 (15,5% del totale), che ha messo in evidenza la grave inadeguatezza di alcune strutture di prima accoglienza e le carenze del sistema di protezione, un elemento che trova riscontro anche nelle chiamate ricevute dalla Helpline Minori Migranti di Save the Children il 30% delle quali erano relative a richieste d’aiuto per l’inadeguatezza delle strutture di accoglienza calabresi.

A Roma si registra anche una dimunizione progressiva dell'età delle minori nigeriane e rumene costrette a prostituirsi e dei minori in "transito", in particolare eritrei, particolarmente vulberabili perché fuori dal sistema formale di protezione. I minori egiziani, nella maggioranza dei casi, vengono sfruttati nel lavoro in nero a Roma e Torino nei mercati generali, negli autolavaggi 12 ore al giorno 7 giorni su 7 per 2 o 3 euro all’ora, nelle pizzerie, kebabberie e frutterie anche in turnazioni notturne, nelle aziende edili a Milano, per compensi che raggiungono raramente i 300 euro al mese. In molti casi si rendono anche disponibili a svolgere attività illegali, come lo spaccio di droga, o vengono adescati e sfruttati sessualmente nel circuito della pedofilia e pedo-pornografia.

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A Ventimiglia, a seconda dei periodi, stazionano decine o centinaia di minori, esposti al rischio continuo di violenze, sfruttamento e ricatti da parte di facilitatori, passeurs e adulti. “I paesi europei hanno la possibilità di offrire un’opportunità di salvezza e futuro concreta a tutti questi minori che hanno già vissuto esperienze orribili  - spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -  L’accesso alla procedura di ricollocamento dei minori soli deve essere una priorità assoluta e, nel loro caso, la lista dei paesi di origine eligibili dovrebbe essere estesa anche agli altri paesi d’origine dei minori che si considerano in transito. Dal punto di vista più generale dell’accoglienza di tutti i minori non accompagnati presenti nel nostro paese, l’Italia ha fatto molto approvando la nuova legge 147/2017 che istituisce finalmente un sistema nazionale strutturato, che deve ora essere applicata al più presto per rafforzare la rete di protezione. Inoltre, l’emanazione del Piano Anti-Tratta 2016-18, costruito anche grazie al contributo di molte organizzazioni impegnate nel settore tra cui Save the Children, rappresenta una grande opportunità se verrà previsto un adeguato e specifico intervento dedicato ai minori attraverso servizi di contrasto e fuoriuscita a loro destinati".

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