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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

No Green Pass, a Trieste salgono a 93 i contagiati: zona gialla vicina

Piazza Unità d'Italia non potrà essere teatro, fino al 31 dicembre, di manifestazioni di protesta. La decisione è stata comunicata dal sindaco Roberto Di Piazza e dal prefetto Valerio Valenti

Sono 93 i contagiati dal Covid che hanno partecipato alle manifestazioni no green pass a Trieste. Lo ha comunicato l'epidemiologo Fabio Barbone, a capo della task force del Friuli Venezia Giulia, nel corso di una conferenza stampa: "Sono persone che, al momento del tampone, hanno autodichiarato di avere preso parte a queste manifestazioni tra cui una parte minimale era li' per obblighi di lavoro. Sono per lo più soggetti non vaccinati, che, da quanto si vede nei video, erano seza mascherine, non operavano il distanziamento e sono state a contatto gomito a gomito per molte ore anche in situazioni che favoriscono il contagio, come cantare e urlare" ha chiarito il medico.

Piazza Unità d'Italia a Trieste non potrà essere teatro, fino al 31 dicembre, di manifestazioni di protesta. La decisione è stata comunicata dal sindaco Roberto Di Piazza e dal prefetto Valerio Valenti dopo l'impennata dei contagi.

"Siamo vicini alla zona gialla. E' un momento molto grave in cui non c'e' piu' rispetto delle regole, ora basta. Chiedero' il rispetto delle regole e lo faro' anche al limite della legge".  ha detto il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: "Quello che ho visto nelle ultime settimane - ha aggiunto - non solo ha danneggiato l'immagine della città ma rischia di farci tornare indietro e questo sarebbe una follia". Poi alza i toni: "Spingeremo perché sia stabilito che il peso di eventuali nuove restrizioni gravi solo su coloro che non sono vaccinati, perché sono disertori - spiega il primo cittadino -. Se questa è una guerra, in una guerra c'è chi ha paura, non combatte, viene messo al muro e fucilato. Qui non fuciliamo nessuno, ma il peso di eventuali nuove restrizioni deve gravare esclusivamente su questi disertori, che mettono a rischio la salute di tutti. La pazienza è finita". 

Oggi in Friuli Venezia Giulia su 1.535 tamponi molecolari sono stati rilevati 63 nuovi contagi con una percentuale di positività del 4,1%. Sono 18 le persone ricoverate in terapia intensiva mentre ammontano a 75 i pazienti ospedalizzati in altri reparti. Le terapie intensive raggiungono oggi il 10% di occupazione, limite da zona gialla, che scatta però sole se contemporaneamente con occupazione del 15% dei posti letto nei reparti.

La petizione online dal titolo "Appello a Trieste. Perché Trieste è scienza, lavoro, cultura e responsabilità" vola verso le 20 mila firme. Lanciata dai presidenti della Svbg Mitja Gialuz e della CrTrieste Tiziana Benussi, la petizione è stata creata sulla celebre piattaforma change-org. "È nata l’idea che Trieste sia la capitale italiana dei no vax, dei no green pass e della cultura antiscientifica - affermano -. Trieste non è questo. E vuole dirlo a gran voce". Nel frattempo l'asticella si è alzata. Si guarda al muro delle 25 mila firme. 

"Trieste è la capitale italiana della scienza e della scienza si fida. È una città che ha sofferto a causa di una pandemia che ha stroncato troppe vite, ha fatto soffrire tante persone e ha depresso l’economia. Trieste è una comunità di persone razionali, responsabili e consapevoli che possono uscire dalla tempesta soltanto tutte assieme. Ciascuna con un’assunzione di responsabilità verso le altre. Il vaccino ci restituisce la libertà continuano gli organizzatori -. La libertà di essere curati. La libertà di lavorare e di fare impresa. La libertà di studiare in classe e nelle università. La libertà di coltivare i propri interessi e di riprendere una vita sociale. La libertà di fare sport e di viaggiare. Chi combatte contro i vaccini e contro il green pass non deve mettere in pericolo queste libertà e la salute dei cittadini; non può danneggiare l’economia. La petizione chiama quindi a raccolta "la grande maggioranza dei cittadini che si sono vaccinati, mettendo in sicurezza sé stessi e adempiendo un dovere di solidarietà sociale, scolpito nell’art. 2 della Costituzione e richiamato dalle massime autorità civili e religiose. È venuta l’ora della responsabilità. Di tutti".

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