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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le truffe sulle agevolazioni

Bonus edilizi, che stangata per lo Stato: 5,7 miliardi di crediti inesistenti, 2 già incassati

Il ministro dell'Economia Daniele Franco ha annunciato una cabina di regia "per il monitoraggio delle frodi" e "per il recupero delle somme illecitamente percepite"

Dai controlli della Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Entrate sui bonus edilizi "sono emersi crediti d'imposta inesistenti per 5,7 miliardi di cui circa 2 miliardi già incassati". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Daniele Franco, intervenendo oggi all'assemblea annuale dell'Abi.  Le frodi, ha spiegato il ministro, sono state rese possibili, "fino all'autunno scorso, da una normativa non sufficientemente stringente" che poi l'esecutivo ha provato a correggere. I numeri snocciolati dal ministro, è doveroso sottolinearlo, si riferiscono alle frodi connesse a tutti i bonus edilizi oggi in vigore e non solo al superbonus. 

Franco ha poi elencato i limiti del sistema che era stato messo in campo: "Numero di cessioni illimitato, mancata previsione dell'asseverazione obbligatoria di un professionista per talune tipologie di bonus, assenza di specifici presidi di controllo". Dal novembre dello scorso anno, ha aggiunto Franco," il governo è intervenuto mirando a 3 obiettivi: in primo luogo a contrastare gli abusi rafforzando i presidi di segnalazione e controllo e regolando la possibilità di cessione". A questo proposito, ha sottolineato, è stato "introdotto un codice identificativo univoco relativo ad ogni credito ceduto". 

Il secondo obiettivo indicato da Franco è invece quello di "recuperare le somme illecitamente incassate. Il perseguimento di questo obiettivo - ha puntualizzato - sarà rafforzato dall'istitutuzione presso il ministero dell'economia di una cabina di regia per il monitoraggio delle frodi" e "per il recupero delle somme illecitamente percepite". Alla cabina di regia parteciperanno oltre alla Guardia di finanza e all'Agenzia delle Entrate, "alcuni ministeri e alcune strutture pubbliche preposte al monitoraggio e alla sicurezza in ambito finanziario". 

Il terzo obiettivo, ha poi spiegato, è di "assicurare un ordinato funzionamento del meccanismo delle cessioni a tutela sia dei contribuenti sia delle imprese che operano nel settore. Per quest'ultimo obiettivo - ha evidenziato - il ruolo del sistema bancario è centrale". In questo contesto l'emendamento approvato con il Dl Aiuti "permette alle banche di cedere i crediti di imposta a qualunque cliente, purché non si tratta di un consumatore nella definizione prevista dal diritto europeo. La norma - ha detto il ministro - determina un ampliamento della platea dei possibili cessionari, di fatto qualsiasi impresa o libero professionista. Questa innovazione potrà agevolare le banche nell'attività di cessione dei crediti di imposta già acquisiti e così accelerare le operazioni di acquisto di nuovi crediti". 

M5s: "La questione dei crediti va risolta immediatamente"

La norma dovrebbe dunque consentire alle banche di cedere i crediti bloccati e far ripartire il meccanismo. Almeno nelle intenzioni del governo. Ma il M5s chiede un passo in più. "La questione dei crediti fiscali va risolta immediatamente" spiegano i deputati Antonio Federico, Angela Masi e Luca Sut. "Siamo riusciti a ottenere una riformulazione dei nostri emendamenti al decreto sbloccare i crediti 'incagliati' nei cassetti fiscali, consentendo il passaggio dalle banche a tutti i loro correntisti con partita Iva. Ieri durante l'esame degli Ordini del giorno al decreto ci siamo battuti per una veloce risoluzione del caos causato dal governo sulla questione della responsabilità solidale dei cessionari dei crediti. Abbiamo lavorato a un sistema che prevede che la diligenza del cessionario sussiste se non ci sono stati suoi interventi e interessi prima dell'acquisto o qualora il cedente produca una documentazione attestante le verifiche effettuate".

In sostanza i 5 Stelle chiedono che per i cessionari dei crediti non si applichi la responsabilità in solido.  "Ora - concludono - ci aspettiamo che il governo ascolti le richieste di cittadini e imprese e che si muova rapidamente con un provvedimento ad hoc. Non sbloccare la situazione significherebbe portare al fallimento migliaia di imprese"

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