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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

L'Ue vede buio: la ripresa italiana resta un miraggio

Bruxelles rivede al ribasso le stime sul futuro italiano: Pil ancora al ribasso, debito pubblico da record. Così la ripresa si allontana di un altro anno ancora

ROMA - Tre a zero e tutti a casa: il governo italiano continua a prendere "sonori schiaffoni" ad ogni angolo. Tutta colpa della legge di stabilità, approvata al grido di "meno tasse per tutti", e delle previsioni, evidentemente troppo rosee, sul futuro economico del Bel Paese. Al coro dei "dissidenti", capeggiato dalla Cgia di Mestre e dall'Istat, si è da poco aggiunta l'Unione Europea. 

Da Bruxelles, sulla scia di quanto fatto prima dagli artigiani e dagli statisti, hanno raccontato una realtà leggermente diversa da quella prospettata da Letta e soci. Le previsioni continuano a peggiorare, gli indicatori sprofondano e i record negativi si sprecano: poco da stare tranquilli insomma. 

Le stime Ue sulla crescita italiana del 2013 dal -1,3% previsto in primavera passano, infatti, ad un meno rassicurante -1,8%. Aumenta, invece, e non è cosa buona, il debito pubblico che sembra destinato ad un nuovo record: dal 133% di quest'anno al 134% del 2015. Zero crescita anche per il Pil che dovrebbe restare fermo al previsto 0,7% d’aumento nel 2014. 

Più o meno, insomma, quanto detto e stradetto dalla Cgia, prima, e dall'Istat, poi, che avevano ricordato ai ministri quanto fosse fuori luogo convincere tutti che la crisi fosse finita. 

Perché se mai ci sarà una fine, ha profetizzato l'Ue, non sarà prima del 2014-2015. "La recessione potrebbe essere al punto di svolta. Dopo una nuova forte contrazione nel 2012-13 l'attività si riprenderà gradualmente nel 2014-15" sperano da Bruxelles. E non solo. 

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