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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Università, la laurea non interessa più: 58 mila iscritti in meno

Allarme del Centro universitario nazionale: "l'Italia sta rinunciando a ricerca scientifica e a formazione". In 10 anni è come se fosse "scomparsa" un'università grande come la Statale di Milano.

In dieci anni in Italia è come se fosse scomparso, quanto a numero di iscritti all'università, un ateneo grande come la Statale di Milano. Gli immatricolati infatti sono scesi da 338.482 (anno accademico 2003/2004) a 280.144 (anno 2011/2012), con un calo di 58.000 studenti, pari al 17% in meno.

L'Italia, sottolinea il Centro universitario nazione (Cun), si allontana così dall'Europa nel numero dei laureati, largamente al di sotto della media Ocse: siamo al 34° posto su 36 Paesi (anno 2012). Solo il 19% dei 30-34enni possiede una laurea, contro una media europea del 30% (rilevazione al 2009). Il 33,6 % degli iscritti ai corsi di laurea, infine, è fuori corso mentre il 17,3% non fa esami.

MENO STUDENTI. Il numero dei laureati nel nostro Paese è destinato a calare ancora perché, negli ultimi 3 anni, il fondo nazionale per finanziare le borse di studio è stato ridotto. Nel 2009 i fondi nazionali coprivano l'84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%. Il 25% dei ragazzi quindi è rimasto fuori. La spesa per il diritto allo studio ha subito un andamento contrario a ogni dichiarazione di principio.

MENO CORSI. Diminuita drasticamente anche l'offerta formativa degli atenei: in sei anni sono stati eliminati 1.195 corsi di laurea. Quest'anno (2012/2013) sono scomparsi 84 corsi di laurea triennali e 28 corsi specialistici/magistrali (biennali). Se tale riduzione è in parte stata prima dovuta ad azioni di razionalizzazione adottate dagli atenei e indicate dal Cun, adesso è invece dovuta in larghissima misura alla pesante riduzione numerica del personale docente.

MENO DOCENTI. Va male anche sul fronte dei docenti. E' infatti in corso una vera e propria emorragia di professori: in soli sei anni (2006/2012) il numero dei docenti si è ridotto del 22%. Nei prossimi 3 anni si prevede un ulteriore calo dei docenti di ruolo. Contro una media OCSE di 15,5 studenti per docente, in Italia la media è di 18,7 (includendo sia i docenti strutturati che quelli a contratto).

BILANCI IN ROSSO. Ancora, le spese superano i fondi: dal 2001 al 2009 il Fondo di finanziamento ordinario (FFO), calcolato in termini reali aggiustati sull'inflazione, è rimasto quasi stabile dal 2001 sino al 2009, per poi scendere del 5% ogni anno, con un calo complessivo che per il 2013 si annuncia prossimo al 20%. Su queste basi e in assenza di un qualsiasi piano pluriennale di finanziamento moltissime università, a rischio di dissesto, non possono programmare la didattica né le capacità di ricerca.

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