Vaccini, la Corte costituzionale: "L'obbligo non è irragionevole"
Un altro colpo alla propaganda no vax. Ecco le motivazioni della Consulta
L’obbligo dei vaccini sancito dal decreto Lorenzin non è irragionevole. I giudici della Corte Costituzionale hanno bocciato il ricorso della Regione Veneto sull’obbligatorietà di vaccinazione per l’iscrizione a scuola sottolineando che nell’attuale contesto e allo stato delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche, il legislatore "ha ritenuto di dover rafforzare la cogenza degli strumenti della profilassi vaccinale". Nelle motivazioni della sentenza depositata il 21 novembre 2017, i giudici spiegano che al mutamento delle condizioni nulla esclude che la scelta possa essere rivalutata e riconsiderata.
“La scelta del legislatore statale non può essere censurata sul piano della ragionevolezza per aver indebitamente e sproporzionatamente sacrificato la libera autodeterminazione individuale in vista della tutela degli altri beni costituzionali coinvolti, frustrando, allo stesso tempo, le diverse politiche vaccinali implementate dalla ricorrente”.
Così affermano i giudici della Corte costituzionale in un passo delle motivazioni della sentenza del 21 novembre scorso in merito ai ricorsi presentati dalla Regione Veneto e da alcune associazioni in merito alla obbligatorietà dei vaccini. “Il legislatore – continua – intervenendo in una situazione in cui lo strumento della persuasione appariva carente sul piano della efficacia, ha reso obbligatorie dieci vaccinazioni: meglio, ha riconfermato e rafforzato l’obbligo, mai formalmente abrogato, per le quattro vaccinazioni già previste dalle leggi dello Stato, e l’ha introdotto per altre sei vaccinazioni che già erano tutte offerte alla popolazione come ‘raccomandate'”.
“Non è corretto, dunque, affermare – come fa la ricorrente – che la legge ha repentinamente introdotto dal nulla l’imposizione di un ampio numero di vaccinazioni; essa ha invece innovato il titolo giuridico in nome del quale alcune vaccinazioni sono somministrate, avendo reso obbligatorio un certo numero di vaccinazioni che in precedenza erano, comunque, già raccomandate”.