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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Italia

Vaccini, Raggi sfida la scienza e la legge

Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi bolla la posizione di Virginia Raggi come "antiscientifica". Il Comune di Roma ha approvato una mozione tutta politica che pone l'amministrazione capitolina contro la legge Lorenzin

I vaccini entrano come un'epidemia nella tenzone politica in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. Una polemica mai sopita dopo la conclamata epidemia di morbillo che ha portato l'inserimento dell'Italia nella black list dell'ufficio del turismo statunitense, esplosa dopo la legge Lorenzin che ha innalzato a dieci le vaccinazioni obbligatorie, precipitata nella logica del buon senso nelle ultime ore di campagna elettorale quando l'assemblea capitolina guidata dall'amministrazione 5 stelle di Virginia Raggi ha posto la città di Roma fuori dalla legge consentendo anche ai bambini non vaccinati di frequentare le scuole romane.

A dirlo è il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi che commentando all'agenzia Italia l'approvazione della mozione pentastellata ha bollato la posizione di Virginia Raggi come "antiscientifica e contro la legge".

"La scienza non è democratica" spiega in un efficace slogan il virologo Roberto Burioni

"Mi rammarica pensare che la proposta di consentire l'accesso alle scuole anche ai bambini sprovvisti di copertura vaccinale arrivi proprio da chi dovrebbe garantire la salute dei cittadini" spiega il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. "Per fortuna - ha concluso Ricciardi - i numeri sono rassicuranti. Il presidente Nicola Zingaretti ha sottolineato che il livello di vaccinazione nella regione Lazio è arrivato al 97%. Ciò significa che c'è stata una buona risposta soprattutto da parte dei genitori". 

Lo stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha bollato la posizione di Virginia Raggi come fuorilegge in una lettera inviata al sindaco di Roma che replica la missiva inviata ieri dal Campidoglio in cui si chiedeva di consentire a tutti l'accesso a scuola.

"Consentire anche ai bambini da 0 a 6 anni non vaccinati l'accesso a scuola si pone in palese violazione della legislazione vigente e con le rilevanti finalità di prevenzione e tutela del diritto costituzionale alla tutela della salute allo stesso sottese".

Lorenzin ricorda come la legge sui vaccini stabilisce "in modo inequivoco" che la presentazione della documentazione comprovante le avvenute vaccinazioni o almeno la prenotazione presso la Asl "costituisce requisito di accesso agli istituti scolastici" come ribadito nella circolare del ministero della Salute e di quello dell'Istruzione del primo settembre 2017.

A favore della posizione espressa dal Governo la pronucia della Corte di Cassazione che, dichiarando infondato il ricorso della Regione Veneto "ha confermato la piena leggittimità costituzionale del bilanciamento tra il diritto alla salute e il diritto alla continuità didattica".

Quali sono i 10 vaccini obbligatori per la scuola

La normativa corrente ricorda come i bambini possono tranquillamente restare in classe dopo il 10 marzo se i genitori dimostrano "con documentazione proveniente dalla Asl" di aver presentato alla medesima azienda la richiesta di effettuazione delle vaccinazioni.

Come ricostruisce Roma Today la mozione pentastellata approvata dal Campidoglio impegna la sindaca a farsi promotrice di un’azione verso il Governo "affinché venga rispettata la continuità didattica ed educativa, in particolare per i bambini iscritti all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia (fascia 0-6 anni), i cui genitori non avessero ancora assolto l’obbligo di vaccinazione".

Una vera a propria campagna politica bollinata anche dalla dirigenza del Movimento 5 stelle con lo stesso candidato premier Luigi di Maio a plaudire la mozione del consiglio comunale: "Io penso che i genitori che non vaccinano i figli sono degli irresponsabili, ma il vero tema è capire se lo Stato deve prendersi la responsabilità di prendere bambini di otto anni e sbatterli fuori dalla scuola. Per questo nessuno dei partiti ha votato contro la mozione Capitolina".

 "Si', non si possono discriminare bambini, mamme, padri e famiglie in base a una legge, secondo me, sbagliata"

Vaccini, la scienza non è democratica

 "Se non si raggiunge l'immunità di gregge, cioé quella copertura vaccinale sufficiente della popolazione, riemergeranno malattie già debellate" spiega il genetista e direttore scientifico dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Bruno Dallapiccola, in un'intervista al Tg2000 rilanciando l'appello di 40 scienziati e ricercatori per un'alleanza tra scienza e politica sulla salute.

"Se la politica non ascolta i ricercatori, come nel caso dei vaccini c'è il rischio che riemergano delle patologie. La raccomandazione dei ricercatori sui vaccini non è una polemica di tipo ideologico ma è basata sui fatti. I politici qualche volta dovrebbero appoggiarsi ai ricercatori su tematiche che riguardano la ricerca. Ci sono stati temi recenti come quello delle cellule staminali o dei vaccini in cui sono state prese posizioni assolutamente non scientifiche. Il richiamo che facciamo come ricercatori è quello non di prevaricare o sostituirci ai politici ma di affiancarli, di fornire dati solidi sui quali la politica dovrebbe fare delle scelte nell'interesse dei cittadini".

Vaccini, in regola entro il 10 Marzo

Il 10 marzo è il termine ultimo stabilito dalla legge per mettersi in regola con l'obbligo vaccinale. La norma firmata dal ministro Lorenzin stabilisce come le autocertificazioni consegnate prima dell'inizio dell'anno scolastico vanno sostituite con la documentazione "comprovante l'avvenuta vaccinazione" pena una multa per i genitori, a cui si somma l'esclusione dalla scuola per i bimbi al nido e all'asilo.

Nel caso in cui il genitore/tutore/affidatario non presenti alla scuola la documentazione attestante l'avvenuta vaccinazione, l'esonero, l'omissione o il differimento, il dirigente scolastico o il responsabile dei servizi educativi è tenuto a segnalare la violazione alla ASL entro dieci giorni.

A questo punto l'ASL contatta i genitori per un appuntamento e un colloquio informativo indicando le modalità e i tempi nei quali effettuare le vaccinazioni prescritte. 

Se i genitori non si presentano all'appuntamento oppure, a seguito del colloquio informativo, non provvedano a far somministrare il vaccino al bambino, l'ASL contesta formalmente l'inadempimento dell'obbligo. La contestazione la ASL indica un termine ultimo entro cui i genitori possono ancora "salvarsi" se provvedono a far somministrare al minore il vaccino o la prima dose del ciclo vaccinale, a condizione che completino il ciclo vaccinale nel rispetto delle tempistiche stabilite dalla ASL stessa.

Solo se neanche quest'ultima scadenza viene rispettata, scattano le sanzioni: per i bambini da 0 a 6 anni l'inadempienza rappresenta "motivo di esclusione dal servizio educativo", anche se sull'uscita dall'aula in pieno anno scolastico non è ancora stata regolata a livello di procedure.

In caso di inassolvenza dell'obbligo per i genitori scatta una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro a 500 euro, proporzionata alla gravità dell'inadempimento.

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