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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Vado Ligure, "la centrale elettrica uccide"

Le emissioni inquinanti della centrale a carbone della Tirreno Power avrebbero causato in dieci anni oltre quattrocento morti. Conclusione choc della Procura di Savona, ma per le associazioni ambientaliste sono molti di più

Le ipotesi di reato sono disastro ambientale e omicidio colposo. Tirreno Power si difende diffondendo una nota stampa: "Le consulenze a cui si fa riferimento sono di parte e non sono mai state sottoposte a un contraddittorio. Non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti".

Ma la vicenda che coinvolge la centrale elettrica di Vado Ligure ha una lunga storia: secondo la procura 400 morti sarebbero causati dalle emissioni negli ultimi dieci anni. Amministratori locali e comitati cittadini lo dicono da tempo: la centrale opera da più di trent'anni. Ma nonostante già la notizia che arriva dalla procura sia scioccante, secondo i comitati e le associazioni ambientaliste il disastro ambientale e per la salute provocato da Tirreno Power sarebbe ancora più grave.

Attualmente la centrale ha quattro impianti, due alimentati a carbone e due convertiti a gas naturale. Nel 2010 il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha autorizzato la costruzione di un nuovo gruppo a carbone da 460 megawatt con emissioni di anidride carbonica aumentate di circa 2,4 milioni di tonnellate l'anno. “Costi sociali per 142 milioni di euro e 3 mila e 380 morti premature in 30 anni di funzionamento del sito” così denunciavano i medici Virginio Fadda (biologo) e Agostino Torcello (pneumologo) dell’associazione ambientalista Moda di Savona.

DANNI ECONOMICI - Dati aggiornati al 2010 e molto più allarmanti di quelli presentati dalla Procura savonese. Come hanno fatto i cittadini a giungere a queste cifre? Moda ha paragonato le emissioni della Tirreno Power a quelle di un'altra centrale a carbone, la Sempra Twin Oaks 3 in Texas (Stati Uniti). La cifra divulgata dagli ambientalisti si basa di uno studio condotto dal Public citizens Texas office and the Sustainable energy and economic development coalition.

Secondo il rapporto il basso costo del carbone per la produzione energetica si spiega semplicemente perché non vengono calcolati i costi esterni, ovvero le spese per l'impatto delle emissioni sull'ambiente e sulla salute degli abitanti. Moda ha calcolato i costi totali: 36,5 milioni di euro all’anno per danni alla salute, alle coltivazioni, alle cose e 106 per i cambiamenti climatici, per un conto da oltre 142 milioni di euro.

DANNI ALLA SALUTE - Secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici di Savona, nell’arco di tempo di attività della centrale (operativa dal 1978), in tutta la provincia di Savona si è verificata un’incidenza di tumori e patologie vascolari notevolmente superiore alle medie nazionali (con valori crescenti via via che ci si avvicina al luogo ove risiede l’impianto).

Le patologie prese in considerazione sono tumore ai polmoni, alla vescica, alla laringe, infarto, emorragia cerebrale, ictus ed altre meno comuni. Un esempio: il tumore maligno al polmone risulta colpire nell’area di Vado Ligure il 30% in più di uomini rispetto al resto della provincia. Le malattie ischemiche del cuore fanno registrare il 71,9% in più di casi tra la popolazione femminile della zona, rispetto alla media regionale. Le sostanze emesse in atmosfera da Tirrena Power, come ossidi di azoto e anidride solforosa, sono spesso loro causa.  +

VIDEO: "CARBONE ENERGIA MORTALE"

Prestigiacomo ha comunque firmato nel 2010 il decreto per il potenziamento. Anche la valutazione emessa dal consiglio regionale della Liguria esprimeva disappunto rispetto a questa decisione. Prima del provvedimento due impianti della centrale risultavano non allineati alle norme regionali, nazionali e dell’Unione Europea. Gli enti locali savonesi già nel 2007 si espressero riguardo all’opportunità di mantenere in vita la centrale, votando per una completa metanizzazione degli impianti. Ma le proposte non sono state prese in considerazione dai vertici aziendali.

I VERTICI AZIENDALI - Tirreno Power è controllata dalla Sorgenia, il cui maggior azionario l'editore Carlo De Benedetti. A lui i cittadini avevano rivolto un appello contro tale l'ampliamento. Ma anche in questo caso la voce dei cittadini è rimasta inascoltata.

Intanto all'inizio del 2014 la centrale è stata spenta perché nella zona dell'ampliamento ancora non erano state realizzate le tettoie. Il carbone si è inzuppato di pioggia e non è possibile utilizzare l'olio combustibile d'emergenza vietato dall'attuale ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando.

IL PARAGONE CON L'ILVA DI TARANTO - Un quadro drammatico per la popolazione della zona, non tanto diverso dal disastro dell'Ilva di Taranto: "Il contesto è diverso. Una centrale termoelettrica come quella di Vado Ligure ha un altro tipo di impatto ma sicuramente significati per chi deve usufruire del sistema sanitario nazionale per cercare di contrastare gli effetti di questo inquinamento" afferma Giancarlo Onnis, referente di Legambiente per la città di Savona.

"Abbiamo sempre contrastato l'utilizzo del carbone come fonte di energia per i problemi che crea dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista ambientale, soprattutto in un contesto come quello di Vado dove la centrale produce il doppio di energia di quella che serve al territorio" conclude Onnis.

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