rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Nuova allerta / Roma

Vaiolo delle scimmie: c'è il primo caso in Italia

Si tratta di un'infezione virale. Il paziente è un ragazzo tornato da un viaggio alle Canarie. Altre due persone sotto monitoraggio. Cosa sappiamo sulla malattia

Identificato in Italia il primo caso di vaiolo delle scimmie. La notizia è ufficializzata dall'Istituto Spallanzani di Roma. A contrarre la malattia è stato un ragazzo tornato dalle isole Canarie, che si era presentato al Policlinico Umberto I. "Il quadro clinico - dicono dallo Spallanzani - è risultato caratteristico e il Monkeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali". 

Potrebbe non essere in solo ad avere contratto l'infezione. Sono in corso indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti, altri due casi sospetti. Dallo Spallanzani spiegano che "la trasmissione può avvenire attraverso le goccioline di saliva, il contatto con le lesioni e i liquidi biologici infetti".

Cosa è il vaiolo delle scimmie

I sintomi del vaiolo delle scimmie 

Il vaiolo delle scimmie è un'infezione virale solitamente associata ai viaggi in Africa occidentale. La trasmissione all'uomo può avvenire attraverso il contatto con un animale o un essere umano infetto o con materiale corporeo umano contenente il virus. La trasmissione tra gli esseri umani avviene principalmente attraverso grandi goccioline respiratorie. Poiché le goccioline non possono viaggiare lontano, è necessario un contatto faccia a faccia prolungato. Il virus può anche entrare nel corpo attraverso fluidi corporei, materiale della lesione o contatto indiretto con materiale della lesione. Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. 

I sintomi includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi ed esaurimento. In genere si sviluppa un'eruzione cutanea. Questo spesso inizia sul viso e poi si diffonde ad altre parti del corpo, compresi i genitali.  

L'eruzione cutanea attraversa diverse fasi e può assomigliare alla varicella o alla sifilide, prima di formare finalmente una crosta, che in seguito cade. La differenza nell'aspetto da varicella o sifilide è l'evoluzione uniforme delle lesioni. Il periodo di incubazione è in genere da 6 a 16 giorni, ma può arrivare fino a 21. Quando la crosta cade una persona non è più infettiva. 

Casi in rapido aumento

Finora sono stati identificati nove casi nel Regno Unito - due comunicati oggi 19 maggio - e uno in Massachusetts in poche settimane. Il Portogallo ha individuato cinque casi di virus e ne sta indagando altri 15 e tutti riguardano uomini giovani. Non è ancora chiaro come abbiano preso il virus. La Spagna sta valutando otto persone, la Svezia ha registrato un caso. La catena di trasmissione nel Regno Unito è ancora "sconosciuta". In Gran Bretagna, solo un caso è collegabile a un viaggio in Nigeria. Due casi e una probabile infezione sono legati a un nucleo familiare, mentre gli altri quattro casi sono stati rilevati in uomini omosessuali o bisessuali.

"Dal 2018 sono stati segnalati 7 casi di vaiolo delle scimmie nel Regno Unito (nel 2021, 2019 e 2018), principalmente con una storia di viaggi in paesi endemici. Tuttavia, questa è la prima volta che vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l'Africa occidentale e centrale", dicono dall'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie).  

Cosa fare se si hanno i sintomi

Dall'Ecdc siegano che "gli individui che presentano i sintomi dovrebbero cercare cure specialistiche. Chi interagisce con più partner sessuali o che fa sesso occasionale dovrebbe essere particolarmente vigile. I casi sospetti devono essere isolati, testati e notificati tempestivamente. Per i casi positivi dovrebbe essere avviato il tracciamento dei contatti a ritroso e in avanti. Se nel paese sono disponibili vaccini contro il vaiolo, la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio. Per i casi più gravi, può essere preso in considerazione il trattamento con un antivirale registrato, se disponibile nel Paese". 

Due virus del vaiolo delle scimmie

Esistono due famiglie di virus del vaiolo delle scimmie: quella dell'Africa occidentale e quella del bacino del Congo (Africa centrale). Sebbene l'infezione da virus del vaiolo delle scimmie dell'Africa occidentale a volte porti a malattie gravi in alcuni individui, la malattia è solitamente autolimitante. È stato documentato che il tasso di mortalità per la famiglia dell'Africa occidentale è di circa l'1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%. Anche i bambini sono a rischio e il vaiolo delle scimmie durante la gravidanza può portare a complicazioni, vaiolo delle scimmie congenito o mortalità alla nascita. I casi più lievi di vaiolo delle scimmie possono passare inosservati e rappresentare un rischio di trasmissione da persona a persona. È probabile che ci sia poca immunità all'infezione in coloro che viaggiano o sono altrimenti esposti, poiché la malattia endemica è normalmente geograficamente limitata a parti dell'Africa occidentale e centrale. Storicamente, la vaccinazione contro il vaiolo ha dimostrato di essere protettiva contro il vaiolo delle scimmie.

La cura del vaiolo delle scimmie

L'Istituto superiore di sanità spiega che non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie. E' stato riferito che in Africa il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie si riduce nelle persone precedentemente vaccinate per il vaiolo. 

Sebbene un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati per il vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, queste contromisure, avverte l'Oms, non sono ancora ampiamente disponibili e le popolazioni di tutto il mondo di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficiano più della protezione offerta da precedenti programmi di vaccinazione contro il vaiolo. 

"Fermare subito il focolaio"

"Avevo detto che avremo avuto dei casi in Italia di vaiolo delle scimmie, Spagna e Portogallo sono dietro l'angolo. Ora è un problema europeo e globale, dobbiamo fare molto bene il tracciamento e far sì che si fermi un focolaio che è partito", dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Per l'esperto "una cosa positiva è che chi è vaccinato per il vaiolo dovrebbe essere coperto, ma questa vaccinazione dal 1974 in poi non è stata fatta. Una parte importante della popolazione non ha il vaccino del vaiolo e potrebbe essere scoperta", avverte. "Non c'è una cura specifica per il vaiolo in genere queste forme si autolimitano, hanno una durata e poi si risolvono. I rischi - spiega Bassetti - sono quelli di un'infezione intra-umana, ovvero che ci possa essere trasmissione a più persone se esce da questi cluster che abbiamo avuto soprattutto tra persone omosessuali, e può diventare un problema".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vaiolo delle scimmie: c'è il primo caso in Italia

Today è in caricamento