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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Svizzera

Valentina, uccisa a Ginevra: "Non è stata una rapina, conosceva il killer"

All’origine dell’omicidio della studentessa italiana a Ginevra potrebbe non esserci una rapina, come si è finora pensato, ma su questo punto il riserbo è per ora massimo

Potrebbe esserci una svolta importante sul caso di Valentina Tarallo, la ricercatrice ventenne di Torino uccisa a colpi di spranga a Ginevra, in Svizzera, all'uscita dall'università. Giovane, di colore, alto almeno un metro e novanta: è il primo sommario identikit dell’uomo che ieri l'ha aggredita e uccisa lasciandola in una pozza di sangue vicino alla metropolitana. E secondo quanto trapelato dalla polizia elvetica che indaga sull'omicidio, il killer non sarebbe un malvivente qualsiasi come ipotizzato in un primo momento, ma un uomo che la ricercatrice torinese conosceva.

All'origine dell'omicidio potrebbe dunque non esserci una rapina come si era pensato all'inizio delle indagini. "L'omicida sarebbe un conoscente di Valentina", scrive il quotidiano la Tribune de Genève. Quanto all’arma del delitto, sarebbe stata presa dall’assassino in un cantiere vicino a casa della giovane torinese che abitava nei pressi dell’ospedale universitario (HUG).

La vicina avrebbe raccontato di qualcuno che, poche ore prima del delitto, ha insistentemente suonato al campanello di casa di Valentina. La procura di Ginevra ha confermato di aver aperto un'inchiesta per omicidio. Il pubblico ministero ha invitato "gli eventuali testimoni a mettersi rapidamente in contatto con la polizia giudiziaria ginevrina".

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