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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Stamina, Vannoni a processo per tentata truffa

Il fondatore di Stamina Foundations rinviato a giudizio per una presunta tentata truffa da 500mila euro alla Regione Piemonte. Avrebbe ottenuto un finanziamento - poi ritirato - senza avere i requisiti

ROMA - Sembra essere davvero finito il "sogno" Stamina. Dopo l'avvio delle indagini, le polemiche sui biologi non iscritti all'albo e la rimozione dall'albo delle Onlus, il castello potrebbe essersi definitivamente sgretolato questa mattina quando Davide Vannoni, fondatore del metodo, è stato rinviato a giudizio nel processo per tentata truffa alla Regione Piemonte.  

A deciderlo è stato il gup di Torino, Luca Del Colle, che ignorato le richieste dell'avvocato di Vannoni che aveva puntato sulla prescizione del reato o, in alternativa, sull'assoluzione. Il processo, che dovrà fare luce su un finanziamento da 500mila euro ottenuto da Stamina e poi revocato, inizierà il tre aprile. 

I fatti contestati fanno riferimento al 2008 quando la Stamina Foundations aveva cercato di ottenere un finanziamento da 500mila euro, dalla Regione Piemonte, per la costruzione di un laboratorio per il trattamento delle cellule staminali. La richiesta, sostiene il pm torinese Giancarlo Avenati Bassi, sarebbe stata fatta senza che l'associazione avesse i requisiti scientifici e inventando addirittura l'esistenza di sei pazienti. 

All'epoca la Regione Piemonte aveva scelto di destinare mezzo milione all'associazione rigenerativa Onlus - oggi non lo è più - con sede legale in via Giolitti 41, di cui è socio proprio Vannoni. Il finanziamento venne suddiviso in due tranche, una da 350mila euro e una da 150mila, sarebbe stato per la realizzazione di un "laboratorio per lo sviluppo di tecnologie biomediche applicabili nell'ambito della medicina rigenerativa con l'utilizzo di cellule mesenchimali adulte autologhe". La delibera, già firmata e protocollata, era stata poi bloccata in extremis. 

Ai giudici ora il compito di capire come mai la Regione - nel 2008 guidata dalla giunta Bresso - avesse dato il via libera al finanziamento nonostante i requisiti necessari non fossero rispettati. 

Deluso Vannoni, che comunque non intende fare un passo indietro. "Speravo - ha commentato - che la vicenda si risolvesse già oggi, vuol dire che dimostreremo in dibattimento la mia innocenza. Sono assolutamente sereno. Non sono io a dire che non ho commesso il reato - aggiunge Vannoni - a parlare sono i documenti e li porteremo in dibattimento". 

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