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Giovedì, 25 Aprile 2024
PROFUGHI

Ventimiglia, fogli di via per chi aiuta i profughi al confine

Numerosi volontari giunti al confine tra Italia e Francia per sostenere i migranti bloccati alla frontiera sono stati raggiunti dal foglio di via. Sono “socialmente pericolosi”, dice la Questura. “Stanno decimando il nostro movimento”, replicano i volontari

Sono passati mesi ma la tensione resta alta al confine tra Italia e Francia a Ventimiglia. Da un lato ci sono i migranti ancora bloccati alla frontiera, con gli attivisti giunti da ogni dove per sostenerli, dall’altro ci sono le autorità, che adesso hanno deciso di usare il pugno duro: foglio di via per chi aiuta i profughi.

UNA POLVERIERA AL CONFINE - “Sono i provvedimenti con cui stanno decimando il nostro movimento, sperando di fermarci”, spiega a Repubblica Lorenzo, uno dei giovani che animano il presidio nato a Ventimiglia, quel campo “No Borders” autogestito da attivisti e migranti, ricordando che “per ora abbiamo ricevuto 20 denunce per occupazione abusiva di suolo pubblico o manifestazione non autorizzata, e 8 fogli di via”, in quello che secondo il quotidiano di Largo Fochetti è un tentativo "da parte delle istituzioni di allentare le maglie della protesta evitando lo sgombero del campo, che farebbe esplodere la polveriera di confine”. Si tratta di “atti amministrativi – simili al daspo dato agli ultras perché non si avvicinino alle manifestazioni sportive – che accompagnano la denuncia, e vietano di permanere in città per 3 anni” e in caso di violazione “il reato diventa penale e si apre un ulteriore procedimento”.

"SOCIALMENTE PERICOLOSI" - I destinatari del provvedimento sono ritenuti “socialmente pericolosi”. Pericolosi come Pasquale, uno degli attivisti che da giugno, sin dai primi giorni della protesta, si è precipitato su quegli scogli per portare aiuto e sostegno ai migranti dalla vicina Dolceacqua. Anche lui, "che per il campo ha fatto tanto, ha costruito anche bagni e docce”, ricorda Lorenzo, ha ricevuto dalla Questura il divieto di mettere piede a Ventimiglia. Come si legge nelle motivazioni del foglio di via che ha colpito anche Pasquale, la decisione è stata presa “ritenuto che in quel Comune non vi ha residenza né alcuna regolare occupazione lavorativa e che si reca allo scopo di reiterare quei reati che creano allarme sociale, nonché valutata l’urgente necessità di allontanare (il soggetto) dal Comune di Ventimiglia in quanto si ha fondato motivo di reputarlo elemento pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Ventimiglia, i profughi sugli scogli | Foto Infophoto

"NON SONO MICA TOTO' RIINA" - Ma la situazione di Pasquale, sebbene simile a quella di tanti ragazzi costretti ora a tornare a casa, è più grave, “e non solo per la passione che mettevo nell’aiuto ai migranti al campo – racconta – ma perché questa è casa mia, abito a 7 chilometri da Ventimiglia e ci passavo spesso, per andare a fare compere, o all’ufficio di collocamento, perché vivo di lavoretti in città. Se ho commesso dei reati sono pronto a pagare, ma questa limitazione è eccessiva, non sono mica Totò Riina”. Per il momento, Pasquale resiste. “Intanto mi oppongo a questo provvedimento, facendo ricorso alla Prefettura - dice a Repubblica - Nel frattempo ho comunicato alla polizia che in qualche modo devo infrangere il divieto, per Ventimiglia passo almeno due volte al giorno per andare in Francia dove ho trovato un lavoro come giardiniere. Già ho perso tutti i lavori in città e sto guadagnando molto meno”. Resistono anche i ragazzi del presidio. Alla domanda se temono o meno che le forze dell’ordine taglino in questo modo le gambe alla protesta, Lorenzo risponde: “D’ora in poi cercheremo di rischiare meno. Ma quello che rischiamo noi è comunque nulla rispetto a quanto hanno passato i migranti”. 

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