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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ragusa

Processo Panarello, la Cassazione conferma: condanna definitiva per la mamma di Loris

I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa di Veronica Panarello detenuta nel carcere di Torino per l'accusa di aver ucciso il figlio Loris Stival il 29 novembre 2014

È definitiva la condanna a trenta anni di carcere per Veronica Panarello accusata dell'omicidio del figlio Loris Stival ucciso cinque anni fa, il 29 novembre 2014, a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Il corpo del bambino, strangolato con delle fascette di plastica, venne ritrovato in un canalone.

I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa della donna.

Processo Panarello, definitiva la condanna per la madre di Loris

Veronica Panarello il 17 ottobre del 2016 era stata condannata in primo grado a trent'anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere. Pena confermata il 5 luglio del 2018 dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Catania.

Con la pronuncia dei giudici della Suprema Corte la condanna per la donna, detenuta nel carcere di Torino, diventa definitiva.

La vicenda giudiziaria per Veronica Panarello, condannata a 30 anni in primo e secondo grado per l'omicidio del figlio Loris, non si esaurirà comunque con la sentenza della Cassazione sul delitto e sull'occultamento di cadavere del bambino. Nei suoi confronti, infatti, sono pendenti altri due processi.

Il 26 novembre dovrà apparire davanti il Tribunale di Ragusa per calunnia nei confronti dell'ex suocero Andrea Stival, che ha accusato di essere l'autore materiale del delitto: avrebbe ucciso il nipote, è la sua ultima ricostruzione, perché Loris voleva rivelare al padre di una presunta relazione tra il nonno e la madre.

Il 24 gennaio prossimo, davanti al Tribunale monocratico di Catania, comincerà il processo per le minacce di morte che la donna ha rivolto sempre all'ex suocero a conclusione della lettura della sentenza con cui la Corte d'assise d'appello di Catania confermava quella di primo grado emessa dal Gup di Ragusa per il delitto commesso il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina.

"Sei contento? Sai cosa ti dico - gli urlo' - prega Dio che ti trovo morto perché altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco...".

Processo Panarello, il legale di Stival: "Per Davide una liberazione"

''Davide Stival aspettava questo momento, nella sua voce non ho sentito ne' sorpresa ne' soddisfazione. Semplicemente è il momento finale di una vicenda durata cinque anni: una liberazione da un peso, la certezza che a commettere questo orrendo delitto e' stata la madre di Loris''.

Lo ha detto l'avvocato Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, padre di Loris, dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna a 30 anni per la ex moglie Veronica Panarello.

L'omicidio di Loris Stival: la cronaca

Era il 29 novembre del 2014 quando Veronica Panarello denuncia la scomparsa del figlio Loris di 8 anni: racconta di averlo accompagnato a scuola a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, la mattina e di non averlo trovato all'uscita. Ma nessuno ricorda di averlo visto entrare e i carabinieri cominciano le ricerche.

Il corpo di Loris Stival viene ritrovato poco prima di sera in fondo a un canalone nei pressi del Mulino Vecchio. E intanto i video delle telecamere di sicurezza del paese, passati in rassegna dagli investigatori, fanno emergere le prime incongruenze nel racconto di Veronica. La sera dell'8 dicembre viene portata in questura e, dopo essere stata sentita per oltre sei ore dagli inquirenti, viene arrestata.

Il 12 dicembre il gip di Ragusa convalida il fermo e dispone che Veronica resti in carcere.

La condanna di primo grado per omicidio e occultamento di cadavere arriva il 17 ottobre 2016 quando il gup di Ragusa condanna Veronica Panarello a 30 anni di carcere. Pena confermata il 5 luglio del 2018 in Appello.

Secondo giudici della Corte d'Assise d'Appello di Catania Veronica Panarello ha agito "scientemente e lucidamente, senza esitazioni di sorta, per sopprimere quella giovanissima vita da lei generata, ma ha altresì dimostrato l'assenza di qualsivoglia forma di resipiscenza subito dopo la commissione dell'orribile crimine, omettendo di attivarsi in qualche modo per salvare il figlio che era ancora in fase agonica, chiamando i soccorsi o invocando l'aiuto di altre persone a tal fine".

La donna, come riportato nelle motivazioni, "si è invece adoperata senza alcuna 'pietas' secondo il piano poco prima prestabilito per cercare di eliminare le tracce del delitto con l'occultamento del cadavere di Loris e addirittura simulando una violenza sessuale ai danni del bambino da parte di ignoti per depistare le indagini".

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