Omicidio Loris, chiesta la conferma della condanna a 30 anni per Veronica Panarello
Il sostituto procuratore generale ha concluso la propria requisitoria riaffermando le responsabilità della donna nell'omicidio del figlio Loris e nell'occultamento del suo cadavere
Niente riapertura delle indagini: per Veronica Panarello la Procura generale chiede la conferma della condanna a 30 anni di reclusione emessa in primo grado dal gup di Ragusa il 17 ottobre 2016. E' quanto riaffermato nella seconda udienza del processo d'appello dal sostituto procuratore generale Maria Aschettino, a conclusione della propria requisitoria (che proseguirà il prossimo 15 febbraio, con il aula Aschettino e il pm Marco Rota).
Veronica Panarello, che oggi era presente in aula, è accusata dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere del figlio Loris. Il piccolo sarebbe stato strangolato con delle fascette da elettricista e il corpo gettato in un canalone fuori dall'abitato di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa.
In aula per la difesa era presente l'avvocato Francesco Villardita, e per le parti civili gli avvocati Daniele Scrofani, che assiste il marito dell'imputata, Davide Stival e il loro figlio minorenne, e l'avvocato Francesco Biazzo, che rappresenta il nonno paterno di Loris, Andrea Stival. Il procedimento si celebra a porte chiuse.