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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Veronica Panarello ha provato a depistare le indagini, il suocero accusato ingiustamente"

Sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni per la mamma di Lorys

La condotta di Veronica Panarello è stata "lucida" e "cosciente", tanto che l'imputata avrebbe anche provato a depistare le indagini.  È quanto sostengono i giudici della prima sezione penale della Cassazione,  che con sentenza depositata oggi spiegano le motivazioni che hanno portato a confermare la sentenza di condanna di primo e secondo grado nei confronti della mamma di Lorys.

Secondo i giudici sono emerse "motivate valutazioni negative in ordine alla personalità dell'imputato". La "condotta complessivamente considerata dimostra che l'imputata non versava in stato confusionale come la stessa in seguito ha cercato di far credere ma che al contrario era perfettamente cosciente e orientata nell'attività di eliminazione delle tracce del commesso reato e di depistaggio delle indagini". 

Panarello, scrivono ancora i giudici, "ha consapevolmente mutato più volte versione dei fatti" e "non ha esitato a gettare sospetti", fino "ad accusare ingiustamente il suocero dell'omicidio".

Lo scorso 21 novembre i giudici della prima sezione penale della Cassazione avevano dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa della donna, confermando la condanna a 30 anni di carcere. 

Il processo per le minacce di morte all'ex suocero

Il 24 gennaio, davanti al Tribunale monocratico di Catania, comincerà il processo per le minacce di morte che la donna ha rivolto all'ex suocero a conclusione della lettura della sentenza con cui la Corte d'assise d'appello di Catania confermava quella di primo grado emessa dal Gup di Ragusa per il delitto commesso il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina.

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