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Giovedì, 28 Marzo 2024
CRONACA

Vesuvio, ecco la "zona gialla": 63 comuni a rischio tra Napoli e Salerno

Decine di comuni tra le province di Napoli e Salerno, compresi tre quartieri del capoluogo campano, sono esposti al rischio consistente di ricaduta di materiale piroclastico in caso di eruzione

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri del 16 novembre 2015 contenente le "Disposizioni per l'aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio per le aree soggette a ricaduta di materiale piroclastico", ovvero per la zona gialla.

La Direttiva definisce questa zona come l'area, fuori dalla zona rossa, esposta alla consistente ricaduta di materiale piroclastico e comprende 63 comuni delle province di Napoli e Salerno e tre quartieri del Comune di Napoli. Questi comuni e quartieri sono quelli nei quali - in caso di eruzione sub-pliniana presa come scenario di riferimento - l'intero territorio, o una parte di esso, sarebbe esposto a una consistente ricaduta di materiale piroclastico. Il valore preso come riferimento, che potrebbe causare il collasso delle coperture degli edifici, è 300 kg al metro quadro, equivalenti a circa 30 centimetri di accumulo al suolo: nei territori ricompresi in zona gialla questo valore di carico potrebbe essere superato con una probabilità del 5%.

Per i comuni rientranti in zona gialla sarà necessaria l'adozione di specifiche misure di salvaguardia per la popolazione, con strategie operative diversificate e attuabili in maniera dinamica sul territorio al momento dell'emergenza. Infatti, l'area effettivamente interessata dalla ricaduta di materiale piroclastico durante l'eruzione con valori di carico elevati non è individuabile preventivamente, ma solo a evento in corso quando saranno note le reali condizioni eruttive e di vento.

Alcune immagini del Vesuvio

Il Capo del Dipartimento della Protezione civile d'intesa con la Regione Campania e sentita la Conferenza Unificata, avrà cinque mesi di tempo per fornire alle diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile le indicazioni per l'aggiornamento delle rispettive pianificazioni di emergenza per la zona gialla.

Questa ultima Direttiva rappresenta un ulteriore e importante intervento nell'attività di aggiornamento della pianificazione per il rischio vulcanico al Vesuvio che il Dipartimento nazionale di protezione civile sta portando avanti, da anni, in stretto raccordo con la Regione Campania. Si tratta di un passo importante che segue la Direttiva del Presidente del Consiglio del 14 febbraio 2014 sulla zona rossa e le successive "Indicazioni per l'aggiornamento delle pianificazioni di emergenza per rischio vulcanico della zona rossa dell'area vesuviana" del Capo del Dipartimento della Protezione civile pubblicate in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 marzo.

La pianificazione nazionale nasce dal concorso delle pianificazioni di tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni centrali e periferiche, alle organizzazioni di volontariato e alle società di servizi: l'obiettivo del piano di emergenza nazionale, infatti, è quello di assicurare la mobilitazione di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile come un'unica organizzazione volta a fronteggiare al meglio una possibile emergenza.

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