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Giovedì, 28 Marzo 2024
Omissione di soccorso / Roma

Fa il video di un'auto in fiamme invece di prestare soccorso: il guidatore muore per le ustioni

La procura è sulle tracce della persona che lo scorso 6 febbraio ha filmato l'incendio di una macchina a Roma senza prestare soccorso: l'uomo alla guida è morto dopo quasi due mesi di agonia

È morto in ospedale, dove era ricoverato da quasi due mesi per le terribili ustioni che aveva sul corpo, l’uomo di 53 anni che lo scorso 6 febbraio è stato soccorso sul grande raccordo anulare di Roma, avvolto dalle fiamme dopo che la sua auto ha preso fuoco. E adesso la procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta ipotizzando il reato di omissione di soccorso, e sta cercando la persona che quel giorno ha fatto un video di quanto stava accadendo, condividendolo sui social, senza fermarsi ad aiutare l’uomo.

Come anticipato da Repubblica, la procura è sulle tracce dell’autore di un filmato agghiacciante non soltanto dal punto di vista delle immagini, ma anche per il commento di chi lo ha girato. Nel video, infatti, si vede un’auto ferma nella corsia di emergenza all’altezza di Casal del Marmo, l’abitacolo invaso dalle fiamme, e all’esterno una persona che sta letteralmente bruciando. Chi impugna lo smartphone, il passeggero di un’auto in transito, non invita il guidatore a fermarsi per prestare soccorso né si mostra preoccupato, ma ironizza su quanto sta accadendo, e continua a riprendere nonostante l’evidente gravità della situazione. Poi chi sta guidando accelera e si allontana, e il video si interrompe. Sul posto, nel frattempo, arrivano i vigili del fuoco e i mezzi del 118, e le condizioni del ferito appaiono talmente gravi che viene richiesto l'intervento dell'eliambulanza per portarlo in ospedale il prima possibile.

La drammatica sequenza era inizialmente finita in rete, rilanciata da Welcome to Favelas, che aveva poi deciso di rimuoverla. Non prima, però, che diventasse virale. A quasi due mesi dall’incendio è arrivata la notizia peggiore: l’uomo ripreso è morto all'ospedale Sant’Eugenio dopo settimane di agonia. E chi gli ha puntato lo smartphone contro, senza aiutarlo, adesso deve rispondere di omissione di soccorso.
 

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